La protesta all'outlet ''Sant'Angelo Village''

08 Marzo 2010   15:07  

Quasi duecento dipendenti del Città Sant'Angelo Village e i loro familiari si sono riuniti ieri mattina in un sit-in spontaneo in occasione della prima domenica di chiusura del company store, per sensibilizzare l'opinione politica sulle esigenze del Village.

Con cartelloni e striscioni dimostrativi i manifestanti hanno sollecitato l'accelerazione dell'iter politico di una nuova legge regionale, secondo la quale la scelta dell'apertura domenicale sia appannaggio dei sindaci dei Comuni di appartenenza.

È forte la preoccupazione del personale per i danni all'immagine del Village provocati dal disagio della chiusura domenicale: per difenderla e per tutelare il loro posto di lavoro si sono raccolti spontaneamente davanti ai tre ingressi, cercando di ridurre l'impatto negativo di una chiusura che se ripetuta sarà deleteria. Solo i loro sorrisi e le mimose offerte hanno potuto rabbonire i visitatori giunti anche da Avezzano, L'Aquila, Isernia, Campobasso, Osimo, Foggia, Civitanova Marche, Ancona, Brindisi invitandoli a tornare la prossima settimana. "Vogliamo sapere perché dobbiamo restare chiusi la domenica, in controtendenza con i company store delle altre regioni italiane – hanno dichiarato i dipendenti – A chi diamo fastidio? Siamo una risorsa per il turismo e l'economia dell'Abruzzo intero.
La caratteristica intrinseca di una realtà come questa è l'offerta dei suoi servizi anche la domenica, giornata fondamentale per la vita di un company store, e in cui si concentrano circa la metà del fatturato e un'affluenza minima di 15mila persone.
L'80% di noi è costituito da donne, molte delle quali sono sotto i 30 anni. Alcune di noi hanno anche una famiglia da mantenere. Abbiamo il diritto di lavorare, non abbiamo mai chiesto di restare a casa la domenica".
Anche l'amministrazione comunale di Città Sant’Angelo, presente all'incontro in una delegazione di assessori e consiglieri, ha espresso la sua vicinanza ai dipendenti del Village, assicurando che farà il possibile per accelerare i tempi politici."Se il consiglio regionale che si riunirà martedì 9 marzo non assicurerà la continuità della fruibilità del Village – concludono i dipendenti – i primi a smettere di lavorare saranno molti dei quasi 100 dipendenti part time che intervengono il fine settimana e che costituiscono il 30% della forza di lavoro, non impiegabile se fosse imposta la chiusura di domenica.
Tra questi dipendenti part time, molti sono universitari che con questo lavoro si mantengono agli studi". La voce dei dipendenti non si spegnerà presto: martedì una delegazione si recherà a L'Aquila per seguire da vicino il consiglio regionale. La mobilitazione non verrà meno fino a quando non si troverà una soluzione a questo problema.

di Gigliola Edmondo

Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore