La puzza sotto al naso...che l'Orco ha spazzato via

20 Settembre 2010   14:30  

Si stanno offuscando dei "miti" in città: la Carispaq, l'Ateneo, l'Ance.

Esempi che stanno facendo emergere un quadro non proprio "edificante" della cosiddetta "classe dirigente locale", che non è solo quella politica.

Tre esempi di quella che si auto definisce "società civile" proprio in antitesi a quella "incivile" della politica.

Mi permetto qualche riflessione "sociologica" sui fatti cui si accennava sopra...

Da sempre L'Aquila si è retta sula triangolazione banca-imprese-isituzioni pubbliche, poggiando il tutto su un terziario parastatale: un liberista direbbe che L'Aquila è da sempre una città "assistita".

Siamo passati dalla triade "Irti - Carispaq - Italtel" a quella di "Edimo - molte banche - Trascom". Un quadro che non era proprio il massimo, diciamocelo francamente. Questo fino alle tre e 31 del 6 aprile famigerato.

Poi le Tre e 32: tutto implode, saltano gli schemi, l'Orco abbatte tutto ma non solo le case: si porta via anche quella che potremmo definire la "rendita parassitaria" che andava dall'affitto in nero agli studenti ai grandi affitti agli enti, per finire ai piccoli monopoli professionali e commerciali.

L'Orco ha fatto molti drammi... ma ha anche liberato energie nuove.

Tutti i costruttori nostrani stanno ridendo e tanto...altro che quelli della cricca romana !

Nuovi professionisti under 40 stanno facendo i soldi, dal carpentiere all'ingegnere al ristoratore, ma non solo: l'edilizia ha decine di categorie lavorative collegate.

E' questa l'ora di ribaltare lo schema: c'erano a L'Aquila pochi professionisti ormai vecchi, panciuti, incapaci perfino di usare un pc: eppure facevano incetta di incarichi. Erano gli "amici degli amici", ammanicati sempre e da sempre all'amministratore di turno. I lavori si tramandavano generazionalmente, il mercato non esisteva.

Facevano pure finta magari di essere pseudo massonici davanti ad un piatto di fettuccine nel ristorantino al centro "aumm aumm", sfilavano magari nelle processioni fregiandosi di pseudo ordini religiosi ( metafora caricaturale, ma nemmeno troppo).

Ebbene, l'Orco ha spodestato a forza questi "protettorati": oggi finalmente c'è la rivincita dell'ingegnere che si è laureato a Roio senza essere figlio di papà, o del commercialista che si associa in nuovi studi, o dell'operaio che si fa il mazzo, o del tecnico specializzato vero.

Restano ancora sì, le sacche della conservazione, quelle a "zero PIL": l'apparato dirigenziale pubblico, i baroni cattedratici, l'apparato della cultura strapagato ai vertici e che licenzia alla base; ma non sono la "classe dirigente produttiva".

Tra dieci anni, se saremo intelligenti e coraggiosi, dovremo arrivare a dire (voglio provocare volutamente): "Grazie Orco". Trasformare la tragedia in opportunità. Questa è la sfida.

Addio borghesiola nostrana, addio nobilazzi decaduti: non ci mancherà la vostra puzza sotto al naso, non giovavate al nostro "pil locale".

 

Vincenzo Calvisi

 

vincenzo.calvisi@libero.it

 

 

 


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