La raccolta differenziata in Abruzzo e in Italia

Comuni ricicloni e future emergenze

01 Dicembre 2008   13:24  

VIDEO - STATISTICHE - APPROFONDIMENTI - Negli Stati Uniti  il presidente Obama indica nell'economia  verde la panacea per risanare i conti in rosso lasciati dal petroliere George Bush e dalle banche casinò. La questione ambientale è uno dei temi della campagna elettorale abruzzese. In particolare la gestione dei rifiuti e le modalità del loro smaltimento e riutilizzo. La capienza delle tre grandi discariche regionali Casoni, Cerratina e Colle Cese è di appena 600 mila metri cubi di immondizia e  gli abruzzesi ne producono 750 mila in un anno.  A questo ritmo gli  impianti esistenti saranno saturi già nel settembre del 2009. All'orizzonte c'è qualcosa di simile all'emergenza rifiuti di Napoli. 

Estremamente significativi, in questo contesto, sono dunque i riconoscimenti che Legambiente ha conferito nel 2008 ai comuni abruzzesi che si sono meritati il titolo di ricicloni, che hanno cioè  centrato  l’obiettivo del 40% di raccolta differenziata  se sopra i 10mila abitanti, il 55%  se sotto i 10mila. La posizione in classifica è determinata anche dall’indice di buona gestione, che misura l’efficienza e la qualità della gestione del rifiuto cittadino nel suo complesso e tiene conto di parametri  come la  raccolta porta a porta, compostaggio domestico, la presenza di flussi turistici, il sistema tariffario utilizzato, le modalità di conferimento ai consorzi e il possesso di proprie piatteforme ecologiche.  Essi rappresentano la buona pratica che il prossimo governatore dell'Abruzzo dovrà  estendere e potenziare. O almeno si spera.

 

L'ABRUZZO NELLA CLASSIFICA DELLE REGIONI

 

L’Abruzzo ha 18 comuni ricicloni su 305. Si colloca esattamente a metà classifica. La media di raccolta differenziata è del 18,9%.

La regione più virtuosa è il  Veneto con 326 comuni  ricicloni su 581. La Campania si scopre non è solo l'emergenza rifiuti di Napoli, e si colloca infatti in ottava posizione, con 39 comuni ricicloni sui 551, meglio della Toscana. Fanalini di coda il Molise, la Basilicata, la Liguria, la Puglia e la Sicilia con zero Comuni ricicloni.

 

La speranza è che il Piano regionale dei rifiuti approvato a fine 2007 possa determinare una svolta. Esso si pone l'obiettivo di arrivare entro il 2011  al 65% di raccolta differenziata. Una misura efficace prevista dal Piano sono senz'altro gli incentivi ai Comuni virtuosi. A fine ottobre di quest'anno la Regione  ha provveduto a liquidare la somma di 300mila euro,  a venti Comuni che nel 2006 hanno superato l'obiettivo fissato al 40% .  I dati, comune per comune, possono essere invece consultati nel sito della Regione Abruzzo

Sono aggiornati al 2007 e dunque non tengono conto  dei progressi fatti negli ultimi mesi.

 

MONNEZZA  E QUESTIONE MERIDIONALE

 

Si può parlare di questione meridionale anche per quanto riguarda la gestione dei rifiuti: la stragrande maggioranza dei 1.081Comuni ricicloni si concentra infatti al Nord, per l'esattezza sono 969. Ma con qualche zona grigia il Liguria e nella verde  Val d’Aosta, dove infatti  c'è un solo comune in classifica, e in questo è davvero una regione poco speciale. 

Al sud, come visto la storia è ben diversa. Eccetto aree di eccellenza come il salernitano, la raccolta differenziata non decolla. 

Un motivo può essere che al nord ci sono consorzi che funzionano e macinano risultati: dei 32 consorzi ricicloni premiati da Legambiente, 31 operano infatti al Nord.

Eccellente il lavoro svolto ad esempio dalla Fiemme Servizi S.p.A. e dal Consorzio Intercomunale Priula. che gestisce il ciclo dei rifiuti urbani di 24 comuni della provincia di Treviso. Il territorio servito è di 640,16 Kmq, per un totale di quasi 10mila utenze e 238.000 abitanti. Al centro sud invece i rifiuti sono gestiti spesso da spa e consorzi che riciclano più che altro boiardi di partito, rigorosamente incompetenti in materia, e rappresentano il buen ritiro per attempati politici a fine carriera. 

 

 

VIDEO: COME OPERA IL CONSORZIO PRIULA

 

VIDEO: LA RACCOLTA DIFFERENZIATA A TREVISO E A SALERNO 

 

I COMUNI ABRUZZESI RICICLONI SOPRA I 10MILA ABITANTI 


Il Comune del nord più riciclone è quest'anno Somma Campagna, in provincia di Varese, con il 75,3% di raccolta differenziata.

Al centro vince Porto Sant’Elpidio nelle Marche, con il 56,1%.  Al sud il più riciclone è Bellizzi, in provincia di Salerno con il 72,2%.

L'Abruzzo può vantare però tre comuni nelle prime 11 posizioni:

 

6) Martinsicuro con il 46% e un ottimo indice di gestione.

7) Pineto 50,3%

11) San Giovanni Teatino 49%.

 

Determinante per loro l'adozione del sistema di raccolta porta a porta. Nei prossimi giorni intervisteremo i sindaci di questi tre Comuni per farci spiegare il motivo del successo.

 

Le città medie grandi abruzzesi invece continuano a deludere e sono tutte lontanissime dalla soglia del 40% prevista per legge.

Questi gli ultimi dati ufficiali della Regione, aggiornati a fine 2007. Va sottolineato  che nel  2008  alcune città, come ad esempio Chieti, hanno fatto importanti passi in avanti.


Teramo 23,8%
L'Aquila  12%
Sulmona 11%
Pescara 12%
Chieti 13,4%
Vasto 10,8%
Lanciano 19,8%
Avezzano 10,2%

 

Il dato è in linea con la media italiana, infatti neanche le altre città brillano. Catania è la maglia nera con appena il 3%. 

Va però  sottolineato che la dimensione non è necessariamente un fattore che ostacola la raccolta differenziata:  Asti  ha 70mila abitanti ed è al 60%, Novara con 100mila abitanti al 70%, Reggio Emilia con 160mila abitanti, al 46%. Metropoli complesse come Torino e Milano sono oltre il 30% di raccolta differenziata. 

 

I COMUNI RICICLONI SOTTO I 10MILA ABITANTI

 

Al nord sono oltre 700 i comuni ricicloni. Il più bravo è Bozzolo, in provincia di Mantova, che arriva addirittura all’80% di raccolta differenziata. Al sud  i comuni ricicloni sono 80 e ancora una volta il migliore è un comune della provincia di Salerno, Rofrano, 1.700 abitanti che arriva all’81,4%.

Al centro ci sono 30 comuni ricicloni. Vince Sermoneta in provincia di Latina con il 72% e  l’Abruzzo tutto sommato ci fa una bella figura.

 

Ecco di seguito i piazzamenti dei comuni abruzzesi:

 

3) Fara San Martino (CH) 75,5%

4) Sant’Egidio alla Vibrata (TE) 68,4%

5) Tocco da Casauria (PE) 60,9%

7) Sant’Omero (TE) 61,1%

12) Cupello (CH) 53,1%

15) Colonnella (TE) - 55,1%

21) San Vito Chietino (CH) 41,6%

24) San Martino sulla Marruccina (CH) 44,3%

28) Treglio (CH) 45,3%

30) Villa Sant’Angelo (AQ) 42,4%

 

LA COSTA ABRUZZESE RICICLONA.  E LE VERDI AREE INTERNE?

 

A fare raccolta differenziata in Abruzzo sono soprattutto i comuni della costa, come confermano i dati provinciali:

provincia di Chieti 30%, Teramo 19%,  Pescara 16%, Provincia dell'Aquila 11%.

Buon parte del territorio della provincia dell'Aquila è interessato da parchi e riserve naturali, ma ciò non sortisce effetti positivi  nel favorire percentuali più civili di raccolta differenziata.

Unico comune riciclone della provincia dell'Aquila, e che merita un grande applauso, è Villa Sant'Angelo, a cui  abbiamo dedicato già un paio di servizi tg.

Nel capoluogo l'Aquila la raccolta differenziata non supera il 15%, davvero poco per una città che si vanta pomposamente di essere  la porta dei parchi abruzzesi. Ora però  sono partiti progetti sperimentali di porta a porta e compostaggio estremamente interessanti. Staremo a vedere. E stato poi inaugurato l'impianto di compostaggio di Aielli e alcuni comuni, come Pizzoli, hanno recuperato il tempo perduto. Un  pò di dietrologia spicciola: la raccolta differenziata fa concorrenza agli inceneritori,   perché il rifiuto o lo riutilizzi come materia prima o lo bruci per produrre energia, ceneri tossiche, diossina e prenderti i finanziamenti del cip 6. In Provincia dell'Aquila è imminente la realizzazione di inceneritori anche prima del raggiungimento del 40% di rd come prevede il piano regionale?

 

VIDEO: LE BANCHE CONTRO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA IN CAMPANIA

 

 

ACQUISTI VERDI  

 

Legambiente premia anche i Comuni che fanno acquisti verdi, realizzati con materiel riciclato e con una bassa impronta ecologica. Quest'anno il riconoscimento va a Venezia, Ostuni, e Rufina. Un fenomeno in crescita e da tenere d'occhio. In altre regioni il Green Public Procurement sta creando posti di lavoro e economie non più di nicchia, che riforniscono non solo gli enti pubblici.Ma in Abruzzo è molto poco diffuso. A seguire le motivazioni:

 

Nel 2007 il Comune e il Magistrato delle Acque di Venezia hanno optato per l’acquisto di pali per fondazione e ormeggi realizzati in plastica da riciclo. Tali materiali sono stati utilizzati per la realizzazione di opere pubbliche in ambiente lagunare. Tale scelta ha permesso di coniugare il riutilizzo delle materie prime seconde provenienti da raccolta differenziata al risparmio di circa 1000 unità di essenze arboree di medio/grosso fusto, risparmio che si protrarrà negli anni anche dal punto di vista economico, dal momento che i pali in plastica riciclata non richiedono manutenzione e sostituzione periodica.

 

Il Comune di Rufina (FI), nell’ambito dell’organizzazione della raccolta differenziata, ha istituito una serie di isole ecologiche realizzate con prodotti a marchio Plastica Seconda Vita. Emerge quindi quale promotore del Green Public Procurement coniugato ad una gestione più sostenibile del territorio, in grado di coinvolgere attivamente la cittadinanza.

 

La bianca città di Ostuni (BR) ha affrontato nel 2007 un importante investimento volto all’installazione negli spazi pubblici di elementi per arredo urbano, parchi gioco e recinzioni realizzati in plastica riciclata. L’eco-acquisto si pone in continuità con le campagne di sensibilizzazione alla raccolta differenziata effettuate dal Comune, quale riprova dell’utilità e dell’efficacia di un’attenzione quotidiana alla gestione sostenibile delle risorse.

 

SI DIFFERENZIAVA  MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO?

Concludiamo con un filmato dell'istituto Luce del 1939. Con tronfia retorica di regime la voce fuori campo, spiega alle massaie milanesi come fare la raccolta differenziata. Ovvio: la  crisi economica mondiale e la guerra alle porte imponeva di non sprecare nulla e  di riutilizzare le materie prime, invece di considerarle erroneamente un rifiuto da sotterrare o bruciare. Si stava meglio quando si stava peggio? No, quando si stava peggio, si stava peggio e basta. Un'intelligente gestione dei rifiuti e la guerra  agli sprechi è ovviamente possibile anche in tempo di pace e abbondanza, ed è  anzi una delle strade da intraprendere per uscire dalle crisi ambientali ed economiche, che come noto generano conflitti e instabilità. 

La raccolta differenziata consente alle amministrazioni di risparmiare soldi, ed anche se il suo costo è inizialmente  pari o superiore ai sistemi di smaltimento incentrati sulla discarica e il cassonetto, le risorse economiche vengono spese per creare posti di lavoro, anche numerosi, e non per seppellire sotto terra a costi crescenti la nostra immondizia, fino a che le discariche,  fatalmente, si riempiono.

 

 

IL RAPPORTO COMPLETO DI LEGAMBIENTE COMUNI RICICLONI 2008

Filippo Tronca


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