La sfida dei disabili contro la sospensione della riabilitazione dom

05 Febbraio 2007   14:09  
Un provvedimento regionale sospende la riabilitazione domiciliare ad oltre 1.500 persone con disabilità grave. Nel giugno del 2006 questo comunicato scatena la protesta del Segretario Nazionale del Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità (SFIDA), Andrea Ricciardi che, in una lettera al ministro della Salute Livia Turco, manifesta la sua indignazione verso un provvedimento ingiusto e di "malasanità". In seguito a questo intervento e a diversi incontri con i responsabili abruzzesi del sindacato, la Regione ha assicurato il ripristino immediato del servizio. In realtà, precisa Riccardi, "sono state mobilitate le terapiste dell´ambulatrio Centro Polio e ridotte le sedute settimanali, due invece di tre, e la loro durata, 30 anzichè 45 minuti ". Questa soluzione, a parere di Sfida, di fatto nega ad altri 1.200 disabili la riabilitazione domiciare e ha ha ottenuto unicamente l´effetto di far allungare le liste d´attesa nei centri di riabilitazione, spingendo molti disabili a rivolgersi alla magistratura per ottenere il ripristino delle terapie. "Ma perchè - si chede Ricciardi - bisogna costringere i disabili e le loro famiglie a rivolgersi alla magistratura per avere garantito il diritto alla salute?" E aggiunge: "La riabilitazione per un disabile è fondamentale come l´insulina per un diabetico. Non è un divertimento, anzi, è dolorosa, ma necessaria. La sua interruzione comporta la perdita di anni di lavoro e di sacrifici". In Italia circa il 15% delle famiglie vive il dramma della disabilità, per questo molte di loro si sono riunite in un sindacato in grado di fare da portavoce a chi non ha abbastanza forza per farsi ascoltare da solo. Il sindacato Sfida nasce così, da rappresentanti di 5 regioni d´Italia - Abruzzo, Puglia , Lombardia, Veneto e Sardegna - alle quali se ne sono successivamente aggiunte altre 10. Sfida nasce nel marzo del 2004, come sindacato propositivo e non conflittuale, che vuole interagire con le istituzioni, non combatterle. "Saremo però costretti - avverte il sindacato - a rivolgerci all Magistratura se la Regione Abruzzo non ripristinerà tempestivamente il servizio riabilitativo domiciliare e chiederemo al Ministro Turco di intervenire urgentemente presso l´assessorato competente della Regione Abruzzo per porre fine a questo grave atto di malasanità". VT

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