La sfida della comunicazione tra i candidati

di Franco Forchetti

15 Dicembre 2008   12:22  

CHIODI VINCE LA SFIDA DEGLI SLOGAN, DEI MANIFESTI E DEGLI SPOT, MA IL CAMPIONE DELLA RETE E’ COSTANTINI 

La campagna elettorale, a causa del continuo incalzare di scadenze elettorali ravvicinate, si è estesa nel tempo ed è divenuta “permanente”cosicché il consenso degli elettori va mantenuto piuttosto che essere conseguito ogni volta da capo. La cosiddetta “fedeltà leggera” dell’elettore può essere conservata anche grazie all’uso delle nuove tecnologie (telefonia mobile e internet) che consentono di stabilire con l’elettore stesso un flusso relazionale costante e interattivo. Anche se molti candidati – come si è visto in queste elezioni regionali – hanno creduto che fosse sufficiente mettere in rete un programma e indicare un’e-mail. Occorre invece che il sito sia concepito e strutturato da uno staff esperto e con solide conoscenze di marketing on-line e, soprattutto, che venga gestito e aggiornato in modo efficace nel corso dell’intera campagna elettorale: bisogna rispondere alle e-mail in modo rapido, aggiornare il blog, rinnovare i contenuti multimediali, cambiare grafica e contenuti laddove si percepisca un calo di visite, pubblicizzare il sito off-line.

    La centralità della tv cede, quindi, il posto ai nuovi mezzi di comunicazione (internet e cellulare), i cosiddetti new media, che trascinano anche la politica nella nuova e travolgente onda dei social network (le cosiddette community come ad esempio facebook). Le strategie di comunicazione on-line sono diventare sempre più determinanti. La vittoria di Obama è stata conseguita anche grazie ad una capillare e intensa attività di cooptazione del consenso politico on-line. Messaggistica sms, forum, blog, chat interattive, multimedialità, eventi politici in diretta web: sono queste le nuove frontiere della comunicazione politica. Le cosiddette campagne elettorali postmoderne individuano, dunque, nella comunicazione on-line un fattore strategico soprattutto tenendo conto del fatto che buona parte dell’elettorato indeciso vive nella e per la rete: un elettorato volatile, proclive al tradimento, immerso nei social network come in un liquido amniotico, attento anche alla capacità della politica di parlare in internet.

    Ciò è accaduto anche nella sfida tra Chiodi e Costantini.  Abbiamo provato ad analizzare le strategie di comunicazione internet messe in campo dai due candidati utilizzando una serie di criteri scelti tenendo conto dei più diffusi parametri di valutazione di un sito web e  riadattati secondo quelli che dovrebbero essere i buoni principi di una comunicazione politica via internet. Una sorte di “rating” per i siti web dei due grandi sfidanti che non ha nessuna pretesa di essere una rigorosa griglia di analisi che richiederebbe ben altri strumenti e spazi che quelli di un articolo: nessuna pretesa di esaustività e soprattutto la consapevolezza che si tratta di analisi opinabili e suscettibili di essere smentite (d’altro canto un famoso filosofo, Popper, diceva appunto che le teorie sono veramente scientifiche solo se possono essere criticate o rinnegate). A maggior ragione un articolo che non ha la pretesa di essere una teoria scientifica. 
     

    Costantini meglio di Chiodi nella comunicazione on-line 

    Consideriamo anzitutto l’architettura e la struttura generale del sito web.  Si valutano, in questo caso, la struttura grafica della pagina web, la formattazione (caratteri e impaginazione), l’uso dei colori, la disposizione del testo in rapporto alle immagini. Ma tale tipo di giudizio non può prescindere da una valutazione contestuale: forme e strutture dei siti web sono cambiate nel tempo in relazione alle diverse tendenze del web. Perciò una struttura non è migliore o peggiore in senso assoluto, ma solo in relazione al contesto, agli utenti che deve raggiungere, agli obiettivi che si propone e alle mode che imperano sulla rete.

    L’architettura del sito di Chiodi è molto geometrica e razionale: un sito dalla struttura classica. Mentre il sito di Costantini è concepito secondo il modello del blog anche se non si tratta di un blog vero e proprio: una struttura più moderna e più sintonica con quegli elettori che sono anche i più assidui fruitori della rete.

    Nel banner superiore del sito di Chiodi si vedono la fotografia di questi, lo slogan (“il presidente”) e il simbolo del Popolo della Libertà. E’ strano che non via sia nessun richiamo all’Abruzzo: un banner non calibrato sulla territorialità. Mentre il banner superiore del sito di Costantini è dinamico dal punto di vista visivo: accanto al volto di Costantini e al simbolo del suo partito, appare, da principio, l’immagine di una spiaggia con ombrelloni con lo slogan “per lo sviluppo del turismo”; la foto di un orso con lo slogan “per il valore dell’ambiente”; l’immagine della catena montuosa detta della “della bella addormentata” con lo slogan “per il rilancio del territorio”;  e infine l’immagine di un aquilone con lo slogan “per l’innovazione e lo sviluppo”. Il banner è suggestivo e utilizza immagini molto care agli abruzzesi – tanto da essere divenuti veri e propri simboli - associandole a progetti di rilancio.

    Per quanto riguarda la navigabilità e l’usabilità (ovvero la facilità del visitatore di esplorare il sito e di rintracciare facilmente le pagine che lo interessano), non vi sono differenze sostanziali e la partita finisce in pareggio. Sul versante dell’organizzazione dei contenuti e delle informazioni, si nota come i contenuti del programma di Chiodi, seppure più cospicui di quelli di Costantini, non si avvalgono di immagini o di fotografie che diano più appeal alla pagina web, né sembrano disposti graficamente in modo incisivo. Costantini invece li condensa in poche righe per ogni area tematica lasciando spazio ai commenti e alle proposte dei visitatori. La contrapposizione è quindi tra un programma “dato” e un programma “condensato” e “partecipato”. Chiodi vince nella completezza delle informazioni sul programma mentre Costantini prevale nella capacità di semplificarlo rendendolo più “digeribile” da un elettorato tendenzialmente poco incline a leggere programmi lunghi e prolissi. Dal punto di vista del livello di interattività del sito, vince quello di Costantini che sceglie un modello di sito “partecipato” dove ciascuno può lasciare i suoi messaggi e dove si invita il visitatore a usare e inoltrare il materiale elettorale. Mi sembra che nessuno dei due abbia avuto l’idea di creare una chat e magari di stabilire un orario nel quale il candidato si rendesse disponibile ad una conversazione on-line. Nell’ottica della multimedialità (ovvero della presenza di file audio e video) entrambi i siti propongono molti video anche se Costantini sembra sfruttare meglio tale opportunità elaborando un video per ogni area del programma.

    Sul versante, invece, dell’efficacia comunicativa complessiva del sito, dell’ organizzazione strategica del messaggio e  della capacità di persuasione semantico-politica in relazione ai target individuati, appare chiaro che l’intento di Costantini è quello di sedurre, attraverso il sito, un elettorato giovane, dinamico, tendenzialmente non ideologizzato, che mira a votare l’uomo piuttosto che il politico: in questo caso la sua comunicazione on-line potrebbe fare centro. Ma per saperlo, con dati alla mano, si dovrebbe lavorare a un sondaggio post-elettorale nel quale si cerchi di stabilire attraverso quali canali comunicativi gli elettori di Costantini sono stati maggiormente stimolati a votare il candidato in questione.

    La comunicazione di Costantini è una comunicazione abruzzo-centrica, meno “partitica” di quella di Chiodi. Ma il limite è quello di essere, paradossalmente, troppo focalizzata su Costantini nel senso che non appare nessun richiamo al Partito Democratico. La sensazione è quella di un Costantini contro il resto del mondo. Del resto l’intera campagna elettorale si è profilata come lo scontro titanico tra Costantini e la corazzata Chiodi-Berlusconi-PDL. L’urna dirà se sarà stata una scommessa coraggiosa e vincente (per l’intera coalizione) oppure una scelta da harakiri.

    Il sito di Chiodi è meno “personalistico” e autoreferenziale, presentando molti richiami al Popolo della Libertà e al suo leader Silvio Berlusconi. Nelle ultime giornate di campagna elettorale, allorché il Cavaliere ha intensificato le sue visite in Abruzzo, il sito si è arricchito delle news e dei video riguardanti Berlusconi, così da polarizzarsi politicamente sulla figura di quest’ultimo. Essendo il sito web uno strumento di comunicazione che, nell’ottica della persuasione politica, è tanto più efficace quanto più calibrato sui segmenti elettorali che fruiscono maggiormente della rete, si può ipotizzare che quello di Costantini, profilandosi come uno spazio più interattivo e partecipativo, abbia potuto esercitare un maggiore interesse presso questi segmenti, pur con i limiti sopraindicati. Costanti si afferma, quindi, come il campione della rete.

    Chiodi vince in zona cesarini nella sfida degli slogan e degli spot 

    In casa PDL, nel frattempo, qualcuno si è accorto che la campagna di comunicazione non sembra portare i frutti sperati e così si decide, a pochi giorni dal voto, di correggere il tiro ricalibrando il messaggio elettorale. Dalla campagna soft e di understatement della prima fase si passa ad una comunicazione più energica. Il Chiodi, “inchiodato” alla scrivania e pallida imitazione del Cavaliere, lascia il posto, nel nuovo video, a un Chiodi in movimento e a uno slogan più convincente (“E’ il voto che vale di più”). Un’immagine più dinamica, meno da incumbent e più da sfidante. Nei nuovi manifesti si scelgono gli headlines “Un Abruzzo più forte” e “Un Abruzzo più fiero”. Bisogna ridare “vento” e “forza” al candidato e la nuova campagna coglie nel segno, esaltata dall’effetto carismatico sull’elettorato indeciso che la crociata d’Abruzzo del Cavaliere ha sicuramente generato.

    Prof. Franco Forchetti
    Esperto di Comunicazione politica
    Docente di Comunicazione
    http://ideapolitica.splinder.com
    http://abruzzopolitica.digitlearning.com
http: //www.digitlearning.com
 
 
 

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