La storia delle opzioni binarie

30 Settembre 2016   11:16  

Le opzioni binarie sono uno strumento finanziario con rendimento predeterminato (l’esito dell’operazione è, come suggerisce il nome stesso di questa tipologia di opzioni, binario: vincita di un ammontare fisso o perdita dell’importo investito). 

A differenza di altri strumenti finanziari, pertanto, le opzioni binarie hanno la specifica caratteristica di non valutare il proprio rendimento come differenziale di prezzo tra il titolo acquistato e quello venduto (come accade ad esempio nelle azioni): il guadagno è invece fissato al momento in cui viene stipulato il contratto, e calcolato come percentuale (ad esempio, il 70%) dell’importo investito. Ma da dove nascono le opzioni binarie?

L’evoluzione delle opzioni binarie

Un primo passo verso la maturazione di questo strumento finanziario è certamente riconducibile al 1993, quando Borsa Italiana permise a nuovi elaboratori automatici la trascrizione delle commissioni all'interno dei loro sistemi di contabilità. Solamente due anni dopo, nel 1995, DirectaSim (premiata l’anno scorso per i 20 anni nel mondo del trading) lancia la prima piattaforma di trading online italiana: uno step certamente importante, che tuttavia non sarà sufficiente per poter assistere all’esplosione del segmento, risalente agli anni tra la fine dei ’90 e l’inizio del nuovo millennio, quando l’avvento di Internet generò un incremento nel numero di trader desiderosi di “scommettere” su tale comparto.  Ulteriore evoluzione del settore è poi risalente alla metà dello scorso decennio: sul web inizia a farsi sempre più diffusa la concorrenza dei servizi di trading online, e negli anni successivi la competizione nel comparto crescerà a dismisura, fino a rendere le opzioni binarie una delle locomotive che hanno permesso al business del trading online di divenire sempre più focale all’interno della fruizione dei mercati finanziari.

Come funziona il trading binario

Come anticipato in apertura di questo breve approfondimento, le opzioni binarie rappresentano uno strumento di investimento di grande specificità, in possesso di caratteristiche quasi uniche. Gli elementi che stanno alla base del trading binario sono pertanto: a) il capitale (l’importo da investire); b) lo strumento finanziario (l’asset sottostante, come una materia prima o una coppia di valute); c) la scadenza (da quelle più brevi, meno di 60 secondi, a quelle più estese); d) il rendimento (una percentuale variabile sull’importo investito, spesso tra il 60 e l’80%). Pertanto, quando il trader sceglie di sottoscrivere un’opzione, dovrà scegliere quanto investire, in relazione a quale asset, con che scadenza: il rendimento sarà invece stabilito dalla piattaforma di trading.

Il compito del trader, come spiegato su meteofinanza.com, è quello di prevedere l'andamento del prezzo del bene al termine dell'intervallo temporale prescelto. Nel caso di opzioni GET, il trader guadagnerà se, dopo un certo intervallo di tempo (scadenza), il valore dell'asset definito è aumentato. Nel caso di opzioni PUT, il trader avrà generato un profitto se alla scadenza, il prezzo del bene è diminuito.

A questo punto, e in conclusione del nostro breve approfondimento, giova altresì compiere un’ultima precisazione: contrariamente a quanto sostengono alcuni, guadagnare con le opzioni binarie non è l’equivalente di lanciare una moneta in aria, e sperare che l’esito (testa o croce) sia corretto: fare trading con questo strumento significa riuscire a definire le migliori strategie opzioni binarie, studiare le caratteristiche del prodotto, gli asset di riferimento, le scadenze più appetibili, e così via. Anche per questo, in fondo, è bene rammentare che, al di là del facile accesso di tale strumento (oggi disponibile su tutte le più note piattaforme di trading) sarebbe opportuno riservarlo a investitori di esperienza almeno intermedia.


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