127 campi di accoglienza, 17.041 sfollati che vivono alloggiati 4.767 tende. Da cinque mesi, mai accaduto in Italia in caso di emergenze post-simiche.
Tra poche settimane, però, ribadisce la Protezione civile, le città di tela saranno un ricordo, dovranno essere smantellate e gli sfollati alloggiati altrove. Chi ha case classificate A e B dovranno tornare, rende noto la Protezione civile, nelle loro abitazioni, ed è di immnente uscita un'apposita ordinanza.
15mila sfollati con un buon punteggio in graduatoria, possono sperare nei confortevoli appartamenti del piano C.A.S.E., cioè in un tetto male che vada, entro dicembre. Per altre migliaia e migliaia di sfollati, oltre la tendopoli, c'è solo incertezza.
Dopo mesi in tenda forse si faranno qualche mese o forse quasi un anno in un albergo della costa, o questa volta in un albergo delle aree interne, in attesa di completare la risturazione dela loro abitazione, sempre che ci siano i soldi per riuscirci, oppure otterranno un assegno in autonoma sistemazione in apartamento cittadino, ma queli agibili non sono poi molti,e devono bastare anche per gli studenti. O chissà: vivrano nelle case mobili, soluzione abitativa immediata che il sindaco Massimo Cialente torna ad invocare comel'unica che possa far far quadrare conti che drammaticamente non tornano.
Le tendopoli però, questo è certo, andrano chiuse al più presto. Quella di Piazza d'armi, la più popolata andirittura, corre voce che sarà smantellata entro pochi giorni, e gli sfollati saranno trasferiti, pare, alla caserma Pasquali e alla caserma della Guardia di Finanza. E nelle tende si diffonde l'incertezza anche sul'immediato futuro.
Nulla di ufficiale, sono solo indiscrezioni, rende noto a tal proposito la Protezioe civile, le nostre decisioni come sempre saranno rese note a tempo debito e con ampio preavviso.
FT
