La vacanza infinita degli sfollati della caserma Campomizzi

Dopo il mare e le tende un pò di montagna

25 Febbraio 2010   13:07  

Un post-sisma, che un è calvario, per gli sfollati aquilani ospiti nella caserma Campomizzi.

Sono stati mesi sulla costa e nelle tendopoli. Poi in autunno hanno trovato ospitalità in questa caserma, in piccole stanze condivise spesso con estranei, però in città, vicino le scuole dei figli, i posti di lavoro e di cura, i luoghi della vita e degli affetti. E ciò ha rappresentato per loro una parentesi di serenità. Una breve parentesi, perché ora quella caserma, in virtù di un accordo, serve agli universitari fuori sede, che anche loro hanno disperato bisogno di posti letto in città. E agli sfollati della Campomizzi è stato comunicato per telefono dalla protezione civile di Giulianova, di preparasi a fare le valige, er destinazione spesso ignota, e dopo mesi di mare, si suppone in qualche albergo di montagna.

I ri-sfollati di Campomizzi non ci stanno, urlano al telefono agli ignoti interlocutori, che sono stanchi,che  si sentono terremotati di serie B, discriminati in molti casi perché single e anziani, che la loro oramai proverbiale compostezza e dignità ha un limite.

FT

Comunicato stampa del rettore Di Orio sulla vicenda Campomizzi


"Non e' piu' tollerabile" secondo il rettore di Orio "che le giuste esigenze degli studenti siano contrapposte con le altrettanto giuste esigenze dei cittadini aquilani, quasi che il bene degli uni possa rappresentare il male per gli altri. Si abbia il coraggio di riconoscere il fallimento del piano C.A.S.E. e delle politiche abitative del post-terremoto". "Dispiace che anziani cittadini aquilani subiscano dei disagi, ma non e' certo a causa degli studenti universitari". Sulle vicende che ruotano intorno alla destinazione della Caserma Campomizzi, che sono arrivate in questi giorni all'onore della cronaca, interviene il rettore dell'Universita' dell'Aquila prof. Ferdinando di Orio. "E bene ricordare che, come rettore dell'Universita' dell'Aquila, ho denunciato la mancanza di alloggi per gli studenti universitari gia' dai primi giorni dopo il sisma e, successivamente, ho continuato a ribadire l'assoluta necessita' di provvedere per tempo e in modo non provvisorio al problema della residenzialita' universitaria. Queste nostre richieste sono state inascoltate dalla Protezione Civile, dalla Regione e dagli Enti preposti al diritto allo studio. Forse perche' nessuno pensava che l'Ateneo aquilano potesse ancora avere tanti studenti". "Solo il 20 novembre 2009, ad anno accademico gia' iniziato, ci e' stata offerta la disponibilita' della Caserma Campomizzi. In quella data e' stato firmato un accordo dal Prefetto Gabrielli, dal Vice Capo della Protezione Civile De Bernardinis, dal Commissario Straordinario dell'ADSU D'Ascanio e dall'Universita' per destinare all'Azienda per il Diritto allo Studio le palazzine C, D, ed E, la mensa e la cucina della Caserma Campomizzi a partire dal 15 febbraio 2010". "Ora, a tre mesi di distanza da questo accordo" continua il rettore di Orio "improvvisamente si scopre che gli alloggi destinati agli studenti sono ancora occupati dai cittadini aquilani, per lo piu' anziani, che vedono notificarsi delle ordinanze di sgombero e che verosimilmente saranno spostati in sistemazioni alberghiere sulla costa". "Se c'e' stato un errore di programmazione, questo non puo' essere fatto pagare agli studenti universitari. Non e' possibile condannare piu' di 8000 studenti ad un pendolarismo quotidiano anche di centinaia di chilometri e che, peraltro, crea notevoli disagi anche alla mobilita' cittadina". "Cio' che trovo particolarmente intollerabile e' che le giuste esigenze degli studenti siano contrapposte con le altrettanto giuste esigenze dei cittadini aquilani, quasi che il bene degli uni possa rappresentare il male per gli altri. E' il caso ancora una volta di ribadire che gli studenti universitari rappresentano una risorsa economica fondamentale ed irrinunciabile per tutto il comprensorio aquilano e l'unica garanzia per il futuro della nostra citta'". "Forse e' arrivato il momento di riconoscere" - conclude il rettore di Orio - "che il tanto decantato 'miracolo' del progetto C.A.S.E. in realta' si e' rivelato un fallimento, perche' non e' riuscito a dare una risposta efficace ai problemi abitativi del post-sisma e troppi cittadini aquilani ancora sono costretti a risiedere fuori dalla loro citta'''.

 


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