Le grandi sculture e i dipinti di Massimina Pesce

A Pescara "Tracce di Memoria" mostra a cura di Annamaria Cirillo

24 Giugno 2011   07:25  

Si è inaugurato Domenica 5 giugno presso il Museo Vittoria Colonna di Pescara, l'esposizione dell'artista aquilana Massimina Pesce “Tracce di Memoria – le grandi sculture e i dipinti” curata da Annamaria Cirillo.

L'artista porta in mostra alcune delle sue sculture più rappresentative; “Babele”, “Sogno Medioevale”, “Menhir”, “Presenze”.

Uno speciale omaggio alla città di L'Aquila sarà costituito dalle opere riguardanti rosoni, portali, frammenti dei principali monumenti aquilani dal titolo “Fratture”, realizzati tra il 1986 -88, ed esposti nel 1988 durante la Perdonanza Celestiniana al Castello Cinquecentesco di L'Aquila a cura della Municipalità Aquilana; infine gli “Inediti “ raccolti in una pubblicazione a cura della curatrice Annamaria Cirillo.

Massimina Pesce si è formata a Roma sotto la guida del maestro Leoncillo, è stata sempre sostenuta dalla critica italiana e straniera più qualificata e ospitata in mostre personali e collettive in molti Musei ed Istituzioni Culturali italiane, europee ed extraeuropee.

Molte sono le iniziative in cui Massimina Pesce è presente in questo momento;

-una collettiva “Orizzonti dell'Arte Contemporanea” proveniente dal Museo Crocetti di Roma è ora in mostra presso la Sala Carino Gambacorta della Banca di Credito Cooperativo di Teramo, curata da Luigi Tallarico;

-una collettiva, “Giovanni Paolo II beato – Incontri Celesti” presso la Sala del Cenacolo – Camera dei Deputati a Roma, curata da Lorenzo Gulli;

-una collettiva “Dinamiche Contemporanee” presso “Aurum” di Pescara, curata da Annamaria Cirillo.

-Una sua opera pittorica di grandi dimensioni è stata posta presso la -Procura della Repubblica, Tribunale di Pescara-.

-Ha ricevuto il premio “Chieti Donna Più” da qualche giorno.

 


FRATTURE

Fu l'evento delle “Fratture” a farci incontrare poco meno di venti anni fa (ero appena tornato all'Aquila dopo un'assenza di analoga estensione) con la Scultura di Massimina Pesce. Con le “fratture” ella aveva allestito una grande mostra al Museo Nazionale d'Abruzzo, nel Forte Spagnolo, in occasione di una Perdonanza Celestiniana, e subito ci imbattemmo in una rivelazione. Quella di un'artista che per entrare nell'intima essenza delle cose, le scompone frantumandole, per ricomporle poi in una unità “separata” per lasciare anche al visitatore i motivi profondi di una scoperta interiore. Le “fratture” di Massimina Pesce avevano nei fatti “analizzato” i monumenti medioevali di una città, la loro composizione in pietra, la loro armonia indivisa, nell'insieme e nei particolari, si che il primo piano di un rosone basicale rendeva finalmente visibile ciò che prima era disatteso, in maniera tale che la prorompente spiritualità di un edificio sacro conquistasse gli animi. Così come l'austerità di una torre civica i cui tocchi sembravano ventilare tra le fenditure. Fu un successo per l'allieva di Leoncillo formatasi all'Istituto Statale d'Arte di Roma e, per quel che crediamo, la definitiva consacrazione per l'unica donna scultrice della Città e fors'anche (almeno quanto a notorietà) dell'Abruzzo, oggi “pellegrina” per il mondo con lo stupore delle sue opere.

Il tempo non è stato inattivo per Massimina Pesce che, dopo le imponenti sculture in ceramica del ciclo babelico e l'informale ritrovato con quello delle “tensioni”( masse plastiche nere e rosse che si elevano fino a trafiggere il cielo) oggi affronta il tema degli angeli, in pannelli enormi e minuti, sovra i quali le figure alate tracciate su carta o su tela nella materia spalmata, sembrano richiamare a una volontà di volo che si realizza al di là di ogni corporeità.

Volgendoci retrospetticamente alle opere di Massimina e soffermandoci sul presente, ci sembra che una sia la costante, al di là delle forme e delle tecniche di lavoro: l'intimo bisogno di ricondursi e di ricondurre alla leggiadria e alla leggerezza propria dell'innocenza, dopo averne compreso e raccolto i segreti e cullato il sogno.

Mario Narducci

(L'intervista a Massimina Pesce è di Barbara Bologna)


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