Le città, le macerie, la costituzione nella lectio magistralis di Ugo De Siervo

28 Aprile 2011   13:30  

'' Le città hanno una vita propria: hanno un loro proprio essere misterioso e profondo: hanno un loro volto: hanno, per così dire, una loro anima ed un loro destino: non sono cumuli occasionali di pietra''

La lectio magistralis del presidente della corte costituzionale Ugo De Siervo davanti agli allievi della scuola Guardia di Finanza dell'Aquila, ha preso ieri le mosse da una potente e nota immagine di Giorgio La Pira, che rievoca non solo le macerie dell'Aquila, ma anche il rischio di crollo che incombe su una democrazia, allorchè venga minata la legittimità delle leggi fondamentali della res publica, i principi ed i fini, le regole del gioco che lo Stato si pone. In una parola la Costituzione italiana, che vide la luce tra le macerie della seconda guerra mondiale.

E quella Di De Siervo è stato un lungo e appassionato viaggio attraverso la storia della nostra carta costituzionale, che Aldo Moro definì ''rigidamente democratica e arditamente sociale'', il cui valore rammenta De Siervo, è riconosciuto anche da altri Paesi, tanto che fu posta come modello ad esempio, per le carte costituzionali di Spagna, Portogallo e Grecia.

Tiene però a sottolineare il presidente della Consulta: cambiare la Costituzione italiana è lecito è possibile, tanto è vero che sono state approvate già 34 riforme. E' anzi meno difficoltoso che in altri Paesi.'' Ma aggiunge, riferendosi all'attualità politica: ''alcune proposte recenti sono quantomeno estemporanee, da costituzionalisti improvvisati''.

montaggio di Marialaura Carducci


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