Le dieci domande a cui Bertolaso non risponde...

20 Maggio 2009   12:03  

Il tempo trascorso da quella notte tra il 5 e il 6 aprile che ha cambiato per sempre la vita di noi aquilani è forse ancora troppo poco per elaborare il lutto, ma sufficiente per far ripartire la speranza nella ricostruzione che deve andare di pari passo con la vigilanza di ogni atto pubblico, a tutti i livelli.

E’ necessario, dunque, che chi oggi sta gestendo questa delicatissima fase non giochi con le parole, né con le omissioni, ma dia una risposta chiara e concreta alle tante domande che la maggior parte delle cittadine e dei cittadini si pongono con sempre più insistenza.

E’ per questo che vogliamo rivolgere al Dott. Bertolaso 10 domande che lui (o chi per lui) continua ad eludere:

  1. Sono iniziate in questi giorni le procedure di esproprio delle 20 aree destinate alla costruzione dei cosiddetti new village per accogliere “entro novembre” i cittadini impossibilitati a rientrare a casa. Ebbene, ancora nessuno ci ha spiegato: in base a quali criteri sono state scelte alcune aree invece di altre? Una cosa però è chiara: i terreni della Curia e quella di alcuni “amici degli amici” sono intoccabili…

  2. Come verranno scelte le future localizzazioni? Pare ormai chiaro che casette per 13mila persone saranno insufficienti per accogliere tutti coloro con la casa inagibile: ne serviranno almeno per 4-6mila persone in più. Come pensano di muoversi la Protezione Civile e il Sindaco Cialente? Non vorremmo si ripetessero gli stessi errori di questa prima tornata di espropri (mappe vecchie e nessuna concertazione con i territori interessati), né ci auguriamo fungano da pretesto per chiudere vecchie partite urbanistiche.

  3. Come pensa Bertolaso di mettere a posto le case danneggiate entro novembre, in mancanza di procedure e accesso ai finanziamenti chiari e trasparenti? Si rischia, cioè, di avere un gran numero di persone oltre a quelle preventivate che avranno bisogno dei nuovi alloggi, nell’assegnazione dei quali i criteri sono ancora sconosciuti….

  4. Per la ricostruzione si fa cenno nel decreto del Governo al finanziamento al 100% a fondo perduto, ma anche – secondo la discrezionalità dei cittadini – a mutui agevolati e credito d’imposta. Per quale ragione, dott. Bertolaso, un cittadino dovrebbe scegliere di ricostruire o ristrutturare la propria abitazione con un mutuo (finanche a zero interessi) o con sconti fiscali invece che con un finanziamento diretto?

  5. Nonostante tutte le rassicurazioni di sorta, i soldi promessi per la ricostruzione ancora non si vedono. Perché un tale balletto di dichiarazioni sui finanziamenti promessi? Non vorremmo che una volta costruite le casette ci si lasci lì, e come si dice in questi casi “passata la festa gabbato lo santo”… anche perché governi e governanti passano, le leggi restano! (verba volant scripta manent o no?)

  6. Legata a quella precedente sorge spontanea un’altra domanda: perché i soldi per la ricostruzione de L’Aquila si fa fatica a trovarli mentre i 14 miliardi per i cacciabombardieri F35 e per fare le guerre non mancano mai?

  7. Sono stati aperti decine di conti correnti di sottoscrizione per il terremoto, molti dei quali riconducibili al Dipartimento della Protezione Civile: ma anche qui manca del tutto la trasparenza tanto sbandierata! E’ così difficile sapere anche indicativamente quanti soldi sono stati fin qui raccolti?

  8. L’Aquila è di fatto commissariata: tutte le scelte più importanti sono state compiute da Governo e Protezione Civile e gli Enti locali sono stati privati di ogni capacità decisionale: bene ha fatto la Presidente della Provincia Stefania Pezzopane a denunciare questa “occupazione” di fatto . E’ previsto un termine a questo commissariamento delle amministrazioni locali?

  9. L’opera prestata dalla Protezione Civile è stata generosa e ammirevole, ma ora non siamo più nell’emergenza delle prime settimane e bisogna cominciare a pensare seriamente al rilancio del tessuto produttivo aquilano. Perché, per esempio, non impiegare nelle mense delle tendopoli i ristoratori aquilani allo stesso costo del servizio fornito dalla Protezione Civile? Sarebbe un modo concreto per aiutare gli operatori locali.

  10. L’amministrazione comunale ha autorizzato i privati a localizzare su propri terreni casette provvisorie: non si capisce perché la stessa cosa non possa valere anche per i commercianti che vogliono riaprire la propria attività. C’è una delibera sul trasferimento delle attività produttive, ma la Giunta tarda ad approvarla. Se si possono costruire e mettere su casette private sui propri terreni, perché non dare la stessa possibilità ai commerciati aquilani?

 

 

Fabio Pelini - segretario provinciale Rifondazione Comunista



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