Legambiente: Ombrina Mare, la partita non è conclusa

01 Marzo 2013   11:21  

Scandalosa e incoerente la posizione del Ministero dei Beni Culturali:

contrario all’impianto eolico offshore a 10 km di distanza dalle coste abruzzesi-molisane,
favorevole alla piattaforma petrolifera, alla nave di stoccaggio e a 17 km di gasdotto a 6,5 km dalla costa teatina.

Legambiente: «Occorre unità di intenti tra tutte forze politiche e sociali a sostegno di Regione, Provincia e Comuni costieri che saranno chiamati in conferenza dei servizi dal Ministero dello Sviluppo Economico»

Scandalosa la posizione del Ministero dei Beni Culturali, al pari di quella incomprensibile del Ministero dell’Ambiente. Non lascia scampo il giudizio manifestato da Legambiente, in merito al parere favorevole espresso dal Ministero dei Beni Culturali nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale sul progetto di sviluppo del giacimento Ombrina Mare da parte della Medoilgas.

«Nel recente passato il Ministero dei Beni Culturali ha espresso parere sfavorevole sul progetto di parco eolico offshore a 10 Km di distanza dalle coste abruzzesi e molisane – spiega Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo – ma parere favorevole alla piattaforma petrolifera con annessa nave di stoccaggio di 350 metri di lunghezza e 17 km di gasdotto a 6,5 km dalla costa teatina. Una posizione contraddittoria che, oltre a penalizzare le fonti energetiche rinnovabili rispetto a quelle fossili, pone seri dubbi sulla giusta valutazione ambientale e paesaggistica dell’opera».

Con l’emanazione del decreto interministeriale tra Ministero dell’Ambiente e Ministero dei Beni Culturali, l’iter autorizzativo del progetto della Medoilgas ha compiuto un ulteriore ed importante passo avanti che rischia di compromettere il futuro dell’intera costa teatina e spiana la strada alla deriva petrolifera auspicata dal ministro Passera.
«La partita, comunque, non è ancora chiusa – continua Angelo Di Matteo – Prima del rilascio dell’autorizzazione, il Ministero dello sviluppo economico dovrà convocare la conferenza dei servizi, nella quale saranno sentiti, così come dice la norma, i pareri degli enti locali posti nel raggio di dodici miglia dalle aree marine e costiere interessate».

La Regione, la Provincia di Chieti e i comuni di Francavilla al Mare, Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino e Vasto saranno quindi chiamati ad esprimere, e questa volta senza possibilità di appello, i propri pareri. L’Abruzzo dovrà presentarsi compatto e convinto per garantire un futuro di qualità alla costa teatina e riportare al nuovo Parlamento e al nuovo governo la ferma contrarietà della popolazione abruzzese alla dissennata politica energetica del Paese.

«Il momento è molto delicato e non sono ammessi distinguo – conclude Angelo Di Matteo – Le forze politiche e sociali devono esprimere compattezza e un’unitarietà d’intenti nell’interesse dell’Abruzzo con l’obiettivo di ripristinare il decreto dell’allora Ministro Prestigiacomo, e tanto avversato dal Ministro Passera e dalla lobby dei petrolieri, che vietava la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi liquidi entro la fascia delle cinque miglia dalla costa. Un impegno esplicito da esigere dai nuovi parlamentari, a partire da quelli abruzzesi».


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