Legge elettorale, il Pd abruzzese si mobilita per raccogliere firme contro il "Porcellum"

09 Settembre 2011   14:15  

Anche il Pd abruzzese si mobilita per raccogliere le firme a sostegno del referendum per cambiare la legge elettorale.

Spiegano i comitati organizzatori:

''Cos’è il referendum sulla legge elettorale “porcellum” e perchè si vuole  abrogarla?
Vediamo di spiegare in termini semplici di cosa si tratta in modo che i cittadini possano aver chiaro su cosa possono andare a firmare.

Per far si che il referendum si faccia, secondo la legge, è necessario raccogliere almeno 500.ooo firme ed i promotori del referendum invitano dunque i cittadini a partecipare.
La scadenza della raccolta firme è fissata per il 30 settembre 2011.

La raccolta firme per il referendum sulla legge elettorale è stata proposta dall’idv di Antonio Di Pietro, lo stesso che ha fortemente voluto i referendum sul nucleare, sul legittimo impedimento e sulla privatizzazione dell’acqua della scorsa primavera.

E’ stato dunque creato un “Comitato 30 Settembre” per provare a raccogliere le firme necessarie entro tale data.

L‘attuale legge elettorale (legge n. 270 del 21 dicembre 2005) ideata dal ministro Calderoli che ha modificato il sistema elettorale italiano, è stata fortemente voluta da Silvio Berlusconi che, nell’ottobre del 2005, aveva minacciato la crisi di governo se non fosse stata approvata la riforma elettorale.

Lo stesso ministro Calderoli la definì, in un intervista dell’epoca, una “porcata” da cui venne in seguito l’appellativo di legge “porcellum”, termine coniato dal politologo Giovanni Sartori.

La legge “porcellum” venne approvata e mutò radicalmente il nostro sistema elettorale ed è attualmente in vigore.

Il punto chiave di questa legge, che è quello poi che s’intende abrogare con il referendum, è che il cittadino, che va a votare i propri esponenti al governo, non può effettuare di fatto nessuna scelta.

Infatti il cittadino elettore si limita a votare solamente le liste dei candidati ma non può indicare la propria preferenza.

I parlamentari, che andranno al governo a rappresentare gli italiani, sono scelti direttamente da graduatorie interne decise dai partiti.

In sostanza, chi ci governa non è scelto direttamente dal popolo sovrano ma da logiche interne al partito che ha ricevuto maggiori preferenze.

Con la legge elettorale precedente all’attuale, invece, il cittadino poteva indicare direttamente la propria preferenza sul candidato che avrebbe voluto al governo.

Al di là di qualunque considerazione sulla bontà della precedente legge elettorale, con la raccolta firme sul referendum si intende abrogare, cioè eliminare, l’attuale legge per ritornare a quella che c’è sempre stata in modo da dare al cittadino la possibilità di scegliere direttamente i propri candidati, esprimendo una preferenza nominale su coloro che desidera vedere al governo, senza che il partito vincitore decida al posto suo.

I promotori del referendum cercano quindi di dare un chiaro segnale affinchè i partiti pensino ad una nuova legge elettorale che non favorisca gli interessi di pochi ma quelli di tutto il popolo che, ormai con poca fiducia, li manda al governo.

E se tale legge non dovesse mai concretizzarsi, almeno alle prossime elezioni (qualora si facesse il referendum e fosse abrogata la legge in vigore) sarebbero i cittadini a dare un nome ed un cognome facendo valere il proprio diritto di scelta.

Manca davvero poco per raccogliere le firme necessarie e si stanno mobilitando gazebi e banchetti per la raccolta.

Il pensiero comune è quello che la precedente legge elettorale non è il massimo possibile ma sicuramente è migliore della legge “porcellum” attualmente in vigore.

Noi aggiungiamo inoltre, come già detto per i referendum di giugno 2011, che lo strumento referendario è l’unica vera possibilità che ha il cittadino per esprimere le proprie opinioni al di la di qualunque decisione di chi ci governa.

E’ uno strumento di altissima democrazia, che non solo non va perso ma anzi va utilizzato al meglio perchè questo nostro paese non sia una nave alla deriva in mano a coloro che fanno diventare la cosa pubblica terreno per i loro interessi personali".


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