Legnini: fisiologica alleanza Pd-Udc. Vinceremo le politiche, poi in Abruzzo strada in discesa

Intervista al senatore del Pd papabile candidato governatore

28 Giugno 2012   18:42  

Giovanni Legnini, senatore del Partito democratico, è tra i più accreditati in lizza per la candidatura alla presidenza della Regione per il centrosinistra. Un appuntamento che salvo sorprese arriverà tra un anno e mezzo e dal quale ci dividono le elezioni politiche che potrebbero capovolgere le carte in tavola, sul fronte delle alleanze e dei rapporti di forza tra le coalizioni. Oltrechè offrirci un quadro dei partiti completamente ridisegnato.

Ad una settimana dall'arresto del senatore Luigi Lusi, mentre si assiste ad un graduale avvicinamento tra il Pd e l'Udc, si discute di primarie, tra i democratici si leva la voce dei giovani che reclamano spazio, il colloquio di Legnini con Abruzzo24ore.tv è a tutto tondo.

Senatore Legnini, come si prepara il centrosinistra alle regionali?

Con un grande progetto di cambiamento della nostra Regione che deve essere radicalmente riformata nella sua struttura, deve dotarsi di una nuova strategia di crescita e di un nuovo modello di sviluppo ritagliandosi uno spazio nelle dinamiche economiche nazionali e internazionali a partire dalla dimensione adriatica. Una regione snella e Amica dei cittadini, dei Comuni e delle imprese.

Perchè bisogna fidarsi del centrosinistra e non di Chiodi, che dice di aver risanato l'Abruzzo?

Chiodi e il Centrodestra hanno fallito. Il precario risanamento dei conti della Sanità non è altro che l'attuazione del piano di rientro approvato dal Centrosinistra nel 2007 ed è stato raggiunto con un enorme carico fiscale, a spese dell'efficienza del Servizio Sanitario e facendo esplodere la mobilità passiva. Il Centrosinistra e il PD in particolare si è rinnovato e dispone di donne, uomini e idee pronti per una nuova stagione di cambiamento all'insegna del buongoverno.

Prima delle regionali ci sono le politiche, influiranno e in che modo sul successivo appuntamento elettorale?

Certo che influiranno perché apparirà chiara la sconfitta storica del PDL e il PD con ogni probabilità guiderà il governo Nazionale. In ogni caso le elezioni politiche registreranno una profonda ristrutturazione del sistema politico che avrà ovvie ripercussioni anche in Abruzzo.

Le primarie per il candidato presidente di Regione sono previste dallo Statuto del Pd, ma si faranno anche per i singoli candidati al Parlamento?

Sul punto ci siamo già espressi. Le primarie per la scelta dei candidati al Parlamento si faranno se il Porcellum non cambierà. Se invece la legge elettorale sarà riformata, obiettivo al quale stiamo intensamente lavorando, si valuterà sulla base del nuovo sistema elettorale.

Nico Stumpo (responsabile nazionale Organizzazione del Pd) ha detto all'assemblea di domenica che sono solo una trentina i parlamentari del Pd che saranno ricandidati. In Abruzzo chi rimarrà fuori?

Lo chieda a Stumpo. Io non ho la sfera di cristallo. Ciò che è certo è che ci sarà un ampio rinnovamento dei gruppi parlamentari del PD.

Sembra faccia passi in avanti l'ipotesi di un'alleanza Pd-Udc, ma le due tradizioni politiche hanno poco in comune e una scelta di questo tipo potrebbe far perdere consensi a sinistra. Che perimetro immagine debba e possa avere l'alleanza di centrosinistra (In Italia, quindi in Abruzzo)?

Il perimetro che immagino è quello che abbiamo sperimentato con successo alle elezioni amministrative dell'anno scorso e di quest'anno. La formula di sintesi è quella indicata da Bersani e cioè l'alleanza tra progressisti e moderati con l'apporto delle autentiche esperienze civiche. Dentro questo quadro l'accordo con l'UDC è più maturo di quanto la storia di quel partito non induca a ritenere.

A sentire i giovani del Pd si ha l'impressione che prevalgano ancora le vecchie dinamiche di potere finalizzate a mantenere in vita l'apparato che governa da oltre un decennio. Pezzopane, Lolli, Legnini.

Non c'è alcun apparato da salvaguardare e il PD è l'unica forza politica in Abruzzo che ha praticato in concreto un poderoso rinnovamento. Personalmente, rivesto un incarico istituzionale nazionale dal 2004, otto anni di lavoro intenso in gran parte all'opposizione e per soli due anni in maggioranza. Non so a quali "dinamiche di potere" ci si voglia riferire ma la mia storia personale mi colloca fuori da tali logiche e da qualunque apparato. Lolli e Pezzopane sono persone preziose che hanno conquistato sul campo i ruoli che esercitano. Per il resto ciascuno di noi è sottoposto a verifiche e procedure democratiche che sono quelle indicate nel nostro statuto.

Caso Lusi: l'ex tesoriere non è, almeno un po', capro espiatorio, visto che i casi in cui il Parlamento ha votato l'autorizzazione a procedere si contano sulle dita di una mano?

Lusi si è reso responsabile di gravi reati che hanno danneggiato la politica e le istituzioni. Il Senato doveva solo stabilire se vi era o meno persecuzione giudiziaria nei suoi confronti. Noi abbiamo ritenuto che non vi fosse e quindi abbiamo votato per il suo arresto. Personalmente l'ho fatto con molto dolore e pietà umana ma con convinzione.

di Marco Signori



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