Letteratura dei migranti: la scrittrice eritrea Ribka Sibhatu ospite

16 Marzo 2007   11:14  
Si è tenuto ieri pomeriggio a Pescara presso la libreria Book & Wine del caffè Hub un incontro con la scrittrice eritrea Ribka Sibhatu. L’appuntamento, parte di un ciclo sul tema “letteratura dei migranti” curato da Giovanni Di Iacovo, direttore del Festival delle letterature di Pescara, ha visto la partecipazione di Gianni Melilla, presidente del Comitato per la pace e i diritti umani della Regione Abruzzo, del presidente della Fondazione Pescarabruzzo Nicola Mattoscio e di Fortunato De Leo, presidente dell’associazione culturale Abissinia. Nata ad Asmara (Eritrea), Ribka Sibhatu ha scontato il carcere sotto il regime di Menghista Salemariam. Costretta all’esilio è stata nuovamente imprigionata dagli ex-guerriglieri. Nel 1986 si è sposata e si è trasferita in Francia, poi in Italia a Roma. Laureata in lingue e letteratura, è attualmente ricercatrice e studiosa di poetica orale dell’Eritrea presso l’Università La Sapienza di Roma. Nella sua pubblicazione “Aulò, canto e poesia dell’Eritrea”, che è stata al centro dell’incontro, la scrittrice racconta in prosa e in versi, in lingua italiana e in tigrino, episodi che rimandano alle tradizioni culturali della sua terra. Tra le pagine si scorge un mondo lontano dal nostro, in cui sono ancora vivi tanti valori che noi occidentali talvolta trascuriamo: l’attaccamento alle proprie radici, alla famiglia, il rispetto degli anziani, la sacralità degli ospiti, il senso della vita e l’accettazione della morte come suo naturale epilogo ecc. Oltre che occasione per riflettere sull’epoca coloniale che ci ha visti intervenire in quella parte dell’Africa e sulle conseguenze – spesso tragiche - che ne sono scaturite, l’incontro è stato un momento di riflessione intima ma anche universale, nel segno del dialogo, dell’arricchimento reciproco, della pace. Augusto De Rosa

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