Si è tenuto ieri pomeriggio a Pescara presso la libreria Book & Wine del caffè Hub un incontro con la scrittrice eritrea Ribka Sibhatu. Lappuntamento, parte di un ciclo sul tema letteratura dei migranti curato da Giovanni Di Iacovo, direttore del Festival delle letterature di Pescara, ha visto la partecipazione di Gianni Melilla, presidente del Comitato per la pace e i diritti umani della Regione Abruzzo, del presidente della Fondazione Pescarabruzzo Nicola Mattoscio e di Fortunato De Leo, presidente dellassociazione culturale Abissinia.
Nata ad Asmara (Eritrea), Ribka Sibhatu ha scontato il carcere sotto il regime di Menghista Salemariam. Costretta allesilio è stata nuovamente imprigionata dagli ex-guerriglieri. Nel 1986 si è sposata e si è trasferita in Francia, poi in Italia a Roma. Laureata in lingue e letteratura, è attualmente ricercatrice e studiosa di poetica orale dellEritrea presso lUniversità La Sapienza di Roma. Nella sua pubblicazione Aulò, canto e poesia dellEritrea, che è stata al centro dellincontro, la scrittrice racconta in prosa e in versi, in lingua italiana e in tigrino, episodi che rimandano alle tradizioni culturali della sua terra. Tra le pagine si scorge un mondo lontano dal nostro, in cui sono ancora vivi tanti valori che noi occidentali talvolta trascuriamo: lattaccamento alle proprie radici, alla famiglia, il rispetto degli anziani, la sacralità degli ospiti, il senso della vita e laccettazione della morte come suo naturale epilogo ecc.
Oltre che occasione per riflettere sullepoca coloniale che ci ha visti intervenire in quella parte dellAfrica e sulle conseguenze – spesso tragiche - che ne sono scaturite, lincontro è stato un momento di riflessione intima ma anche universale, nel segno del dialogo, dellarricchimento reciproco, della pace.
Augusto De Rosa