M5S contro la petrolizzazione dell'Abruzzo: sit-in sotto casa di Chiodi

18 Novembre 2013   18:01  

Il MoVimento 5 stelle vuole vederci chiaro sulle concessioni e i permessi di ricerca e di estrazione di idrocarburi in Abruzzo. Le imminenti trivellazioni sembrano aver colto tutti di sorpresa. Eppure comitati contro il petrolio e M5S da tempo si impegnano a sensibilizzare la cittadinanza. Nel marzo 2013 il deputato Gianluca Vacca, attraverso un’interrogazione parlamentare, rese di dominio pubblico una lettera in cui la società petrolifera Medoilgas ringraziava l’allora Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, per “il prezioso contributo apportato all'individuazione di una soluzione poi adottata dal Governo”, per la riapertura delle pratiche di perforazione del pozzo di Ombrina Mare in Adriatico.

La condanna della nostra regione è stata emessa proprio da ministri di transizione come Clini e Passera, per mezzo della S.E.N. (Strategia Energetica Nazionale), e avallata poi da nuovi ministri e da parlamentari nominati sulla base di una legge elettorale che tutti definiscono scandalosa ma che nessuno vuole davvero cambiare. Il Paese e la nostra regione sono ormai svenduti da una classe politica collusa e compiacente e presi in ostaggio dai creditori internazionali e dalle multinazionali.

Il quadro è chiaro: hanno declassato l’Abruzzo da Regione dei Parchi a distretto petrolifero, con le conseguenze che tutti possono riscontrare in un territorio come la Basilicata, che prima di noi ha subìto questo processo involutivo.

L'attacco alle nostre coste è iniziato con lo scellerato progetto del centro olii di Ortona, poi dirottato in un intervento non meno dannoso come quello della piattaforma “Ombrina”, nonché la messa in opera di infrastrutture mobili e di servizio. La popolazione si è mobilitata e ha organizzato manifestazioni di protesta come quella gigantesca dello scorso Aprile, quando la città di Pescara è stata invasa da 40 mila persone  che hanno detto NO alla deriva petrolifera.

Eppure la sfida è appena iniziata: in una macabra partita a scacchi, le multinazionali ora vogliono l'avanzamento degli iter amministrativi delle richieste terrestri di concessione per la ricerca di idrocarburi su un territorio che copre circa il 50% di quello complessivo regionale.

Nella sola provincia di Teramo è stata recentemente accordata l'attività di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nella concessione denominata “Colle dei nidi”, che interessa una superficie di 83 kmq nei comuni di Bellante, Campli, Mosciano, Sant'Omero, Nereto, Corropoli, Tortoreto, Torano Nuovo, Controguerra per una contropartita economica per i comuni di 500 euro (complessivi) annui fino al 2019. 

A questa concessione seguono le istanze, alcune con avanzato iter autorizzativo, denominate: "Villa Carbone" di 69,12 kmq nei territori di Canzano, Castellalto, Cellino, Cermignano, Notaresco, Mosciano e Teramo; "Villa Mazzarosa" a Pineto e Roseto (13,4 kmq); "Cipressi" tra le province di Teramo e Pescara (144,43 kmq di cui 102,40 nel Teramano tra Atri, Castiglione Messer Raimondo, Castilenti e Cellino Attanasio); "Corropoli", la più estesa, 172,3 kmq tra Teramo e Ascoli (di questi 151,64 nel Teramano, tra Alba Adriatica, Colonnella, Controguerra, Corropoli, Giulianova, Martinsicuro, Mosciano, Nereto, Notaresco, Roseto, Sant'Omero e Tortoreto). Compresa “Colle dei nidi”, in Abruzzo sono attive 12 concessioni per l'esplorazioni e ricerca di idrocarburi e 9 concessioni per la coltivazione ed estrazione in terraferma. In mare, davanti alla costa tra Pesaro e Urbino nelle Marche, e Pescara, sono già state autorizzate 19 concessioni di coltivazioni, con 8 richieste di nuovi permessi di ricerca in arrivo.

Il prezzo da pagare sulla nostra pelle sarà altissimo e, dopo il prosciugamento di queste pozzanghere, alla cittadinanza locale non resterà niente se non un territorio devastato, con scorie e inquinamento che potrebbero riversarsi persino sulla catena alimentare.

Davanti a questi numeri e ai crescenti appetiti dei petrolieri, la popolazione abruzzese ha deciso di mobilitarsi anche in provincia di Teramo, organizzando una manifestazione senza specifiche connotazioni politiche e tutta incentrata sulla lotta allo sfruttamento del territorio che sta aggredendo, specialmente in questo periodo, zone di elevato pregio agroalimentare come il territorio dove si produce il “Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane”, una Denominazione d'Origine Controllata e Garantita, nonché l'”olio delle colline teramane DOP” Denominazione d'Origine Protetta.

Il Movimento Cinque stelle ha rinunciato a manifestare con i propri simboli utilizzando solo quelli dell'iniziativa per dare a tutti la possibilità di sentirsi rappresentati e di protestare per la causa comune.

Tutti gli abruzzesi sono invitati a protestare insieme a noi e a partecipare all'iniziativa che si terrà a Teramo il 24 novembre denominata “MONTEPULCIANO SI, PETROLIO NO”.

Linee di programma:

Ore 15:00 ritrovo partecipanti in Largo Madonna delle Grazie a Teramo;

Ore 15:30 Corteo contro la petrolizzazione dell'Abruzzo e sit-in finale in piazza S. Anna (sotto casa del Governatore Chiodi);

Ore 17:00 Tavola rotonda.


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