Ma i parlamentari quanto guadagnano? A conti fatti quanto un collega tedesco...

04 Gennaio 2012   10:28  

Ma quindi, un parlamentare italiano quanto guadagna? Domanda lecita nella giungla mediatica, nella confusione generata dai titoli di giornale e, soprattutto, dai diversi dati forniti, che risultano completamente discordanti tra loro perchè, anche i dati, vanno saputi leggere.

Una commissione, presieduta dal presidente Istat Enrico Giovannini, pur essendo giunta ad una conclusione piuttosto singolare - "Nonostante l'impegno profuso la commissione non è in condizione di effettuare il calcolo delle medie" tra le indennità italiane e quelle degli altri Stati - ha svelato una volta per tutte che, sostanzialmente, quanto percepito da un parlamentare italiano è, euro più euro meno, in linea con quanto si mette in tasca a fine mese un collega di altri paesi europei.

Così si scopre che l'indennità mensile lorda è la più alta d'Europa, ma il "costo complessivo" del parlamentare in altri paesi come Francia e Germania, è ben superiore. 

IL TRATTAMENTO ECONOMICO DI UN DEPUTATO ITALIANO

Come riportato da camera.it, sito ufficiale della Camera dei Deputati, il trattamento economico di un deputato si compone delle seguenti voci: l'indennità, quella che nel linguaggio comune è definita "stipendio", la diaria, i rimborsi, che si dividono in "spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori", spese accessorie di viaggio, spese telefoniche. Completano la scheda le voci sull'assegno di fine mandato, le prestazioni previdenziali e sanitarie e sui trasporti. 

L'indennità, prevista dalla Costituzione, è fissata in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate ed è corrisposta per 12 mensilità.

Dopo varie modifiche, attualmente l'indennità parlamentare mensile è pari a 5.246,97 euro, al netto della ritenuta fiscale (€ 3.719,00), della quota contributiva per l'assegno vitalizio (€ 1.006,51) e delle ritenute previdenziali (€ 784,14) e assistenziali (€ 526,66). L'importo dell'indennità scende a 5.007,36 euro netti per i deputati che svolgono un'altra attività lavorativa. Qualora il deputato versi anche la quota aggiuntiva per la reversibilità dell'assegno vitalizio, l'importo mensile netto ammonta a 4.995,34 euro ovvero, per i parlamentari che svolgono un'altra attività lavorativa, a 4.755,73 euro.

La diaria viene riconosciuta a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, ed è pari a 3.503,11euro. Tale somma viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico.

Il rimborso spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori è pari a 3.690 euro.

Per le spese di trasporto e di viaggio i deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino e tra l'aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km.

Per le spese telefoniche i deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.

Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario.

Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l'assegno di fine mandato, che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

Il deputato versa mensilmente una quota - l'8,6 per cento, pari a 1.006,51 euro - della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi.

La somma delle varie voci equivale a 12.439 euro netti (indennità 5.246,97 euro + diaria 3.503,11euro + spese eletto/elettore 3.690 euro), ai quali vanno sommati vari benefit come le tessere di trasporto e le spese telefoniche.

NEGLI ALTRI PAESI

Secondo i risultati della commissione Giovannini in Spagna l'indennità in senso stretto è pari a 2.813 euro, nei Paesi Bassi a 8.503 euro. In Francia e Germania si oscilla tra i 7.100 e i 7.668. Tutte cifre lorde. 

La diaria, che in Italia è pari a 3.503,11euro mensili, per un parlamentare tedesco è di 3.984 euro.  In Spagna ammonta a 1.800 euro. In Francia il deputato non percepisce affatto la diaria, ma gode di alloggi a tariffe agevolate in residence di proprietà dell'Assemblea.

Una anomalia italiana riguarda i portaborse. E' una spesa che esiste in tutti i paesi, dove l'importo è anche superiore, con la differenza che in Italia la modalità di pagamento è forfettaria - cioè il deputato o il senatore riceve la somma di denaro senza aver alcun obbligo di rendicontazione: insomma, intasca i soldi anche se non ha un collaboratore o se ce l'ha e lo sottopaga - altrove è direttamente il Parlamento a gestire il budget e ad assegnare al deputato il collaboratore richiesto, pagandolo direttamente. 

Sui benefit, invece, gli italiani sono dei veri privilegiati. La "libera circolazione ferroviaria, autostradale, marittima e aerea" consentita dall'apposita tessera di cui viene dotato il deputato e il senatore appena mette piede a Montecitorio e Palazzo Madama, non ha corrispettivi in Europa, pur essendoci, anche negli altri paesi, carte viaggio ma piuttosto contingentate.

I vitalizi li prendono in ogni dove. In Italia, secondo la relazione Giovannini, dopo 5 anni di mandato il vitalizo finora è stato pari a 2.486 euro mensili, con un versamento pari all'8,6 per cento dell'indennità lorda. In Francia, dopo cinque anni di mandato, il vitalizo minimo è pari a 780 euro a fronte di un versamento del 10,5 per cento dell'indennità legislativa, se ne ha diritto a 60 anni. In Germania, l'età alla quale il deputato matura la pensione è stata innalzata gradualmente dai 65 ai 67 anni. In Spagna la pensione è un beneficio di carattere integrativo ed è pari alla differenza tra la pensione che il deputato riesce a maturare nella vita lavorativa e la pensione massima raggiungibile in quel paese. Integrazione che può essere richiesta se il mandato è stato almeno di 11 anni. 


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