Macerie aquilane: le parole come pietre di Berlusconi e il gioco dello scaricabarile

''Il Comune dell'Aquila ha detto le macerie devono essere sgomberate dalle ditte locali, che così possono lavorare, e non dal governo. Per questo noi ci siamo tirati indietro e loro non hanno fatto nulla. Abbiamo dato tutti i capitali necessari, non hanno ancora speso un euro''.

Parole pesanti come pietre, è il caso di dire, quelle proferite dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi nel corso di un comizio elettorale ad Arcore.

Affermazioni che investimento fanno esplodere le polemiche. Al fianco del presidente si schiera il Pdl abruzzese, con il consigliere regionale Ricardo Chiavaroli: ''Berlusconi ha ricordato una cosa sotto gli occhi di tutti, ossia che l’amministrazione comunale di sinistra all’Aquila ha fallito anche sulle macerie''.

Più sfumata la posizione del consigliere comunale della Destra Luigi D'Eramo: '' Hanno responsabilità anche altri enti, ma le colpa maggiore di Cialente e di aver tagliato i ponti con tutti''.

Dall'altra parte il sindaco Massimo Cialente ribatte furibondo: ''Berlusconi mente sapendo di mentire, al sua è una vergognosa strumentalizzazione. Non è vero che il Comune ha avocato le competenze sulle macerie e Berlusconi parla di un atto che non esiste. Berlusconi sa benissimo che dal marzo 2010 le competenze sono passate al governo, ennesimo funesto commissariamento e i Comuni, loro malgrado, sono stati del tutto messi da parte''.

E rincara la dose l'assessore Alfredo Moroni: ''Il Comune quando ha fatto da solo con pochi mezzi riusciva a smaltire 600-700 tonnellate di macerie al giorno. Da quando il Governo ha inviato all'Aquila il ministro Stefania Prestigiacomo, che ne ha assunto la gestione, invece tutto si è fermato o quasi. La verità -  incalza  Moroni - è che tutto è fermo perché il commissario Chiodi ancora non nomina il soggetto attuatore, che dovrà coordinare, appaltare e dotare di risorse la filiera dello smaltimento e differenziazione in loco delle macerie''

FT