Dalla stanchezza ai crampi, fino alla stipsi: differenze tra sali di magnesio, biodisponibilità, indicazioni, controindicazioni e dosi per un uso efficace e sicuro quotidiano.
Sotto la stessa etichetta “magnesio” convivono sali molto diversi per assorbimento e effetti. La scelta corretta dipende da sintomi, tollerabilità e obiettivo clinico: ciò che funziona per la stanchezza non è per forza ideale nella stipsi o come antiacido.
Supporta funzione muscolare e nervosa, contribuisce a energia (ATP) e ossificazione; aiuta l’equilibrio elettrolitico. In carenze da sudorazione, diete povere o stress possono comparire crampi, affaticamento, formicolii, insonnia, irregolarità intestinale, cefalea, irritabilità e palpitazioni: se i disturbi durano, confrontarsi con il medico.
Citrato: assorbibile, utile su energia e transito; impiegato anche nei protocolli di preparazione intestinale pre-esami con schemi specifici.
Bisglicinato (chelato): ottima tollerabilità GI, indicato nei crampi ricorrenti.
Pidolato / glicerofosfato: orientati alla quota intracellulare e al sistema nervoso.
Cloruro / lattato: biodisponibili, utili nel reintegro rapido (sport, disidratazione).
Ossido / idrossido: antiacidi con lassativo più marcato; assorbimento inferiore.
Solfato/Epsom: lassativo osmotico a breve termine, solo con indicazione e idratazione adeguata.
La letteratura segnala migliore assorbimento per citrato/lattato/cloruro/aspartato rispetto a ossido/solfato; gli studi su bisglicinato descrivono buona biodisponibilità e persistenza ematica.
Negli adulti, l’assunzione giornaliera complessiva si aggira intorno a 300–420 mg (variabile per sesso/età). Per i supplementi, seguire etichette e pareri clinici: l’EFSA mantiene un approccio prudenziale ai limiti superiori per le forme rapidamente dissociabili. Evitare “mix fai-da-te” e sommare prodotti lassativi contenenti magnesio.
L’eccesso può causare diarrea, nausea, crampi addominali; rischio aumentato con insufficienza renale. Possibili interazioni con diuretici, alcuni antibiotici e farmaci per cuore/pressione: serve supervisione. Il solfato per via orale si usa per brevi periodi; evitare in dolori addominali severi, ostruzione, coliti o abitudini intestinali cambiate da oltre due settimane.
Definisci l’obiettivo (energia/crampi/transito/acidità).
Valuta la tollerabilità: se hai sensibilità GI, preferisci bisglicinato/pidolato.
Controlla eccipienti (poche aggiunte, no alcol denaturato in sciroppi).
Rispetta tempistiche (almeno 2–4 settimane per valutarne l’effetto).
Integra con dieta ricca di verdure, legumi, frutta secca, cereali integrali.
In sintesi: i sali di magnesio non sono tutti uguali. La scelta mirata – in base al problema, alla biodisponibilità e al profilo di sicurezza – rende l’integrazione più efficace e tollerabile.