Malasanità: ecco come all'ospedale di Teramo una tac urgente diventa una pratica burocratica

06 Ottobre 2011   12:19  

Ecco una storia di ordinaria malasanità. A raccontarla un anziano signore, incredulo e deluso,che si aggira sconfortato davanti all’ingresso centrale dell’ospedale civile di Villa Mosca. Poco prima si è presentato davanti allo sportello delle prenotazioni. Dopo una fila interminabile, decide di mollare. Torna nel pomeriggio, c’è meno gente e presenta la richiesta del medico di base. L’impiegata legge il foglietto: “Tac torace-addome-pelvi”; poi la notazione: “Urgente-Coliche addominali- Pregressa eteroplasia intestinale”.

L’”urgenza” è pienamente motivata. L’addetta allo sportello conversa con altri colleghi, prende le cose con calma e con distacco si dedica ai pazienti in fila. All’anziano signore, senza neppure degnarlo d’uno sguardo, sottopone un foglietto.
E’ da riempire con nome, cognome, indirizzo, numeri telefonici. Il foglio con le generalità viene poi cucito alla richiesta del medico di base.

La giovane impiegata, finalmente, guarda in faccia l’uomo in attesa di conoscere la data della sua Tac. Gli rivolge anche la parola: ”Aspetti a casa la telefonata…”, dice telegraficamente. L’interessato comincia a preoccuparsi… Sospetta che la sua “Tac”, più che urgenza legata a una malattia seria, sia considerata alla stregua d’una pratica burocratica… E’ sconcertato, confuso, non sa che dire…Poi si fa coraggio e, garbatamente, puntualizza: ”Ma ha letto bene cosa scrive il mio medico? Ho forti dolori all’addome….sono stato operato per un tumore al colon…devo fare subito la Tac”. La dipendente Als non si scompone e, fredda e decisa, ripete come un disco ciò che ha appena detto: ”Decide la dottoressa….Sarà avvertito telefonicamente, se….”. Il paziente (che sta per perdere la pazienza) fa un ultimo tentativo nella speranza di scavalcare il muro burocratico: ”Ho problemi…Posso sapere almeno la data approssimativa di quando sarò contattato? Per regolarmi…per decidere il da farsi…ho dolori. Posso parlarne con la vostra dottoressa?”.

La signora allo sportello sbrigativamente lo esclude. Non trova di meglio che consigliare di rivolgersi, se vuole, a un altro ospedale e…avanti un altro. Visibilmente contrariato, l’uomo si allontana. Poi ci ripensa, torna indietro e, alzando un po’ la voce, avverte: ”Aspetto la vostra chiamata e spero che arrivi presto o mi rivolgerò alla Giustizia…”.
Tutti gli altri in attesa, ascoltano in silenzio. Sdegno? Solidarietà? Protesta? Nessuno può dire cosa sia l’espressione indefinita leggibile sul volto di quei cittadini in fila, alle prese con il “molok-sanità”. Incredulità, certamente. Ormai, malattia e salute, per la Asl, sono un semplice e freddo modulo burocratico.

Marcello Martelli

(fonte piazzagrande.info)


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