Maltempo: Ad Avezzano la quarta vittima di un weekend di neve e sangue

06 Febbraio 2012   07:10  

Diamo spazio ad una testimonianza importante di come la neve, al di là di ogni discussione, può rappresentare un reale pericolo per la salute di molti.

Purtroppo anche questa volta la sottovalutazione di molti avvertimenti e fattori ha impedito che quello che "dovrebbe" essere un evento si di portata non comune, ma comunque affrontabile in terra d'Abruzzo si rivelasse una trappola mortale per chi è più debole o per chi, come in questo caso, stava lavorando per liberare la sua strada e fuggire dalla "prigionia" della coltre nevosa.

Non si può morire così, oggi in una città grande come Avezzano perchè l'autombulanza non si riesce a districare tra gli accumuli di neve!

La testimoninza pubblicata su facebook:

MI SPIACE FARMI PORTAVOCE DI UNA SIMILE TESTIMONIANZA MA, DAVANTI AD UNA TRAGEDIA COME QUESTA, NON SI PUO' STARE ZITTI, BISOGNA PARLARE E DIFFONDERE.
Sono le ore 16:15, Si sente in lontananza la sirena di un'ambulanza, zona Via Roma-Via Crispi, un residente, la cui identità terrò nascosta per rispetto e privacy, viene colpito da un arresto cardiaco mentre cerca di spalare la neve che rende ancora inagibili queste strade. L'ambulanza arriva(con ritardo e disagio, viste le complicanze stradali), il tizio in questione viene subito caricato all'interno della vettura di soccorso, in condizioni molto gravi. A bordo ci sono l'autista, che cerca di dimenarsi fra i cumuli bianchi e ghiacciati che bloccano le strade, un'infermiera e un medico di soccorso.
L'ambulanza, a sirene spiegate, LO RIPETO, da Via Crispi cerca di girare in VIA ELEUTERIO DI GIANFILIPPO, strada dove io stessa sono residente, ma qui avviene il disastro. La vettura con a bordo il paziente in gravissime condizioni, resta BLOCCATA per ben 15 minuti, la strada non è battuta, la neve è ancora alta, dove si riesce a camminare è merito delle nostre pale e delle nostre braccia.
Casualità ha voluto che mio padre, medico cardiologo, si trovasse davanti al nostro cancello per cercare di spalare un varco di passaggio pedonale; ovviamente si è catapultato vicino all'ambulanza e come lui, tutte le persone residenti nei paraggi. In qualità di cardiologo, è riuscito a salire a bordo con un suo collega, percui ciò che vi riporto è da lui stesso testimoniato. La vettura di soccorso, dopo vari e vani tentativi, è riuscita a retrocedere ed uscire dalla strada suddetta con l'aiuto delle molte spinte di tutti coloro che si erano precipitati sul luogo e con l'aiuto di un'altra macchina, una monovolume, da cui è stata letteralmente trainata.
Dopo ciò, RICORDO INTANTO CHE SONO PASSATI CIRCA 25/30 MINUTI ED IL TEMPO IN QUESTE COSE E' SACROSANTO, sono state notevolissime le difficoltà per raggiungere l'Ospedale Civile: le strade che collegano il centro della città alla Struttura Ospedaliera NON SONO STATE LIBERATE, NE' PULITE.
Non so dopo quanti minuti il paziente sia riuscito ad arrivare al Pronto Soccorso, so solo che è stato fatto tutto il possibile, sia in Ambulanza sia lì, ma purtroppo è DECEDUTO all'età di 50 anni.

Non possono essere fatte previsioni, in medicina 2+2 non fà mai 4, non so se quei 35 minuti in più avrebbero cambiato la situazione di quell'uomo, ma una cosa è certa, SITUAZIONI DEL GENERE NON POSSONO ESSERE TOLLERATE, PER ALCUN MOTIVO AL MONDO.

CONDIVIDETE E DIFFONDETE. E' UNA VERGOGNA.

di: Claudia Cardilli


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore