Mamma straziata: "Dovevano salvarla, non fare video"

Il dolore straziante di una mamma che ha perso la figlia nella tragica piena del Natisone. "Dovevano salvarla, non fare video", grida la donna, ancora sconvolta dalla perdita di Patrizia Cormos, 18 anni, travolta dalla furia dell'acqua insieme a due amici, Bianca Doros e Cristian Casian Molnar.

"Ciò che più mi addolora è che tutti hanno fatto foto e video e nessuno li ha salvati", racconta la mamma al Messaggero Veneto. "Nessuno. Potevano forse salvarli. Non era importante fare i video. Lei era andata a fare una passeggiata, ha chiamato più volte il 112. Ha lasciato il suo nome, l'indirizzo. Ha detto 'Chiamate mia mamma'".

Un dolore amplificato dal ricordo di una figlia solare e laboriosa: "Era un angelo - la descrive la mamma - studiava tanto e lavorava per mantenersi. Dopo l'esame all'Accademia, sostenuto proprio venerdì mattina, mi ha chiamata e mi ha detto 'sono stata bravissima, ho saputo tutto'".

"Speravo fosse viva"

Intanto, Emanuel Marini, il volontario della Protezione Civile che ha trovato il corpo senza vita di Patrizia, racconta il momento straziante del ritrovamento: "Ci siamo abbracciati, poche parole - dice - i genitori mi hanno chiesto del braccialetto, della collanina. Li ho descritti, un cenno con il capo, erano quelli di Patrizia Cormos. Avrei voluto essere ambasciatore di buone notizie, non di morte".

Marini, che ha cercato Patrizia con tenacia e speranza, non nasconde la sua commozione: "Speravo fosse ancora viva. Sono andato lì perché mi hanno chiesto di dare il mio contributo e perché sentivo di farlo. Proprio perché la mia speranza era di trovare persone vive. Quando ho visto il corpo della ragazza ho ascoltato i battiti, il respiro. Nulla".

Le ricerche di Cristian continuano

Mentre la comunità di Natisone si stringe al dolore delle famiglie Cormos, Doros e Molnar, le ricerche del terzo disperso, Cristian Casian Molnar, 25 anni, continuano senza sosta. Il sindaco di Premariacco, Michele De Sabato, incita i soccorritori: "Forza soccorritori, che oggi sia l'ultimo giorno di ricerca per ridare Cristian ai suoi familiari".

Anche il fratello di Cristian, giunto dall'Austria dove abita, non perde la speranza: "Siamo molto credenti - ha fatto sapere - e speriamo ancora nel miracolo".

Un dramma che sconvolge una comunità

La tragedia del Natisone ha lasciato un segno indelebile nella piccola comunità friulana. La rabbia e il dolore dei familiari si mescolano alla speranza di ritrovare Cristian, mentre le immagini dei soccorritori al lavoro e i ricordi delle vittime riempiono le strade del paese.

Un dramma che ha colpito nel profondo tutti coloro che lo hanno vissuto, lasciando un vuoto incolmabile e un monito per il futuro: la forza della natura è immensa e il rispetto per essa è fondamentale per evitare tragedie come questa.


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