Mancanza di lavoro, Tomeo costretto ad emigrare: "Vado a dirigere un cantiere in Africa"

De Simone contro la Provincia: "Nessuna riassegnazione"

20 Ottobre 2014   11:58  

Era balzato agli onori delle cronache per aver voluto porre l'attenzione sulle sue difficoltà lavorative occupando due volte gli uffici della Provincia, intraprendendo uno sciopero della fame ed arrivando persino a minacciare il suicidio per sapere chi lo avrebbe pagato per i lavori eseguiti in una scuola di Sulmona.

Ora torna a far parlare di sé l'imprenditore edile Massimo Tomeo, che nel corso di un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano ha annunciato di essere prossimo ad emigrare per fuggire dalla mancanza di opportunità occupazionali nel nostro Paese. "Tra un mese vado con mia moglie in Africa, dove mi hanno offerto la direzione di un cantiere", ha affermato Tomeo, alla base della cui decisione secondo il suo racconto vi sarebbe ancora una volta la Provincia, che lo scorso 26 ottobre non avrebbe provveduto a riassegnare l'appalto per una scuola dopo la revoca ad una prima azienda.

Al riguardo, vi è inoltre la denuncia di un altro imprenditore sulmonese, Nicola De Simone, secondo cui "i lavori per la messa in sicurezza dell'edificio non sono stati assegnati alla ditta seconda classificata, benché la Provincia abbia la facoltà di farlo. Da un anno aspettiamo il via libera ed abbiamo presentato il piano operativo e tutta la documentazione del caso, ma ci sono stati continui rinvii".

"La Provincia ha detto di volersi costituire parte civile nei confronti della ditta vincitrice dell'appalto" - ha poi concluso De Simone - "quando invece secondo me sono i ragazzi e le loro famiglie a dover chiedere i danni all'Ente".
Una delle persone indagate, intanto, ha ribadito tramite il proprio legale la sua "estraneità alla vicenda, avendo un incarico di puro controllo privo di potere certificativo e tanto meno decisionale".


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