Mancurti: ''In Emilia si sono portati a casa 12 miliardi? Vuol dire che sono stati bravi...''

14 Giugno 2013   10:24  

''Inutile che qui a L'Aquila si facciano paragoni con L'Emilia. Si sono portati a casa 12 miliardi. Vuol dire che sono stati bravi.''

Lo ha letteralmente affermato, creando brusii in sala, Aldo Mancurti, Capo Dipartimento dello Sviluppo delle Economie Territoriali,  e titolare della gestione stralcio per L’Aquila e i Comuni del cratere.

L'altissimo dirigente statale è intervenuto in un incontro con i giovani impreditori e professionisti nel Salone della Ricostruzione.

Il riferimento di Mancurti è ai fondi stanziati dalla Cassa depositi e prestiti destinati a cittadini e imprese danneggiati dal terremoto in Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia.

Un primo plafond di 6 miliardi di euro permetterà agli istituti di credito di concedere contributi fino all’80% delle spese ammesse per interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione di immobili per uso residenziale o produttivo, inclusi impianti e macchinari. Finanziamenti disponibili dal gennaio 2013.

Un secondo plafond è invece destinato a sostenere finanziamenti agevolati per i titolari di reddito d'impresa per dilazionare il pagamento di tributi, contributi previdenziali o assistenziali e premi assicurativi.

Una buona notizia non solo per l'Emilia, ma per tutto il Paese. Perchè significa che lì la ricostruzione avrà coperture certe, potrà procedere spedita e secondo crono-programmi che potranno essere rispettati. E' una buona notizia che lo Stato investa ingente risorse per grandi opere pubbliche che non distruggono il territorio ma anzi ricostruiscono città e paesi, tessuti sociali ed economici.

Resta però da capire perchè lo stesso trattamento è stato negato per la ricostruzione in Abruzzo. Con argomenti che valgono solo per l'Abruzzo, e non per l'Emilia.

E alcuni di questi argomenti li snocciola lo stesso Mancurti, che ha invitato l'attenta platea a non fare un dramma se non ci sono ancora fondi certi per i prossimi anni.

Il Paese è in difficoltà, ha aggiunto Mancurti, e non si possono immobilizzare 10 miliardi per la ricostruzione abruzzese.

L'importante ha ribadito, è il flusso di cassa e la capacità man mano di spendere i soldi. Arrivare cioè a fine anno con le fatture in mano di tutti soldi ricevuti e spesi da consegnare alla Ragioneria dello Stato per chiedere altri soldi.

La battaglia da fare, per i fondi mancanti, ribadisce Mancurti, è in occasione dela legge di stabilità in auotunno, dove si programmeranno risorse per i prossimi tre anni a venire.

Interessanti poi altri due passaggi di Mancurti.

Nel primo osserva che è un rischio serio nel cratere sismico abruzzese ricostruire paesi vuoti, come accaduto in Irpinia, ed anche nella leggendaria Gemona In Friuli, ricostruita in modo esemplare, ma poco popolata nel suo centro storico.

Il secondo passaggio è dedicato alla zona franca: ''E una dura battaglia che anche io ho fatto a Bruxelles. Purtroppo non ci siamo riusciti. La zona franca non ci è stata concessa. Abbiamo il de minimis, che è un 'altra cosa, e potevamo farlo anche senza l'Europa.''

 


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