Manifestazione contro il 41bis a L´Aquila: il giorno delle polem

04 Giugno 2007   13:59  
Grazie anche alla massiccia presenza di forze dell´ordine, la temuta manifestazione a L´Aquila contro il 41 bis ma anche in solidarietà alla brigatista rossa Nadia Desdemona Lioce, reclusa proprio nel supercarcere del capoluogo, si è conclusa senza incidenti e il sit-in davanti il carcere delle Costarelle è stato disperso da un violento acquazzone estivo. Non si placano però le polemiche, sull´opportunità di aver autorizzato una manifestazione di tale genere. Polemiche rinfocolate dagli slogan e dalle scritte che i manifestanti, poco più di duecento e aderenti alle frange più estremiste della galassia movimentista, hanno lasciato sui muri e scandito a gran voce durante il loro passaggio nella città blindata. Slogan e scritte non solo contro il carcere duro e il 41 bis, ma anche pro-brigate rosse, contro la Polizia, la Chiesa e lo Stato, come da usurato repertorio. Compresi i famigerati "10-100-1000 Nassiriya" e gli sconcertanti: "Più vedove, più orfani, più sbirri morti" o "D´Antona non pedala più". Maurizio Migliavacca, coordinatore della Segreteria nazionale Ds, condanna una manifestazione che ha inneggiato alla violenza e all´eversione, "una manifestazione - sottolinea l´esponente politico - che non doveva essere autorizzata". Sottoscrive il sindaco dell´Aquila Massimo Cialente. In una nota il Ministro della Giustizia Clemente Mastella ricorda che il regime speciale del 41 bis ha una "straordinaria importanza come strumento di contrasto alle organizzazioni di stampo mafioso e contro il terrorismo interno e internazionale". Di vergogna e di ferita alla città dell´Aquila parla il circolo cittadino di Alleanza nazionale. Forza Italia giudica intollerabile consentire manifestazioni di solidarietà a uno degli assassini del professor Marco Biagi. Più articolata la posizione del sindacato di Polizia Coisp: "Esprimiamo solidarietà - si legge in una nota - a tutti i Poliziotti, Carabinieri, Magistrati, Giornalisti e a tutti coloro che in questi ultimi trentanni hanno pagato con la morte contribuendo alla tenuta della Democrazia nel nostro Paese e consentendo anche manifestazioni come questa del 3 giugno". Il giorno precedente la manifestazione si è suicidato proprio nel carcere dell´Aquila il boss calabrese Carmine Chirillo, impiccandosi con un pigiama. Stava scontando 12 anni in regime di 41 bis, per omicidio, riciclaggio ed estorsione. Una questione seria come la condizione carceraria in Italia e l´opportunità di mitigare o meno le misure previste dal 41 bis, meritano ben altri contesti di civile e democratica discussione. FT

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