Workshop per approfondire la messa in sicurezza del Gran Sasso, essenziale per la gestione dell'acqua e la trasparenza verso i cittadini, con l'invito al Presidente Marsilio a partecipare attivamente.
Il Gran Sasso e la sua messa in sicurezza sono un tema di cruciale importanza, soprattutto considerando la tutela della risorsa idrica che serve vaste aree della regione. In tale contesto, i consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani hanno organizzato un workshop, previsto per mercoledì 6 novembre presso la Sala Ipogea del Consiglio Regionale a L'Aquila. Questo incontro, volto a garantire trasparenza e stimolare il dibattito pubblico, rappresenta un momento in cui i cittadini possono ricevere informazioni e partecipare attivamente a decisioni che toccano la loro vita quotidiana.
Il presidente della Regione, Marco Marsilio, è stato invitato a partecipare per dimostrare un impegno concreto nella trasparenza. Marsilio, sin dal suo insediamento nel 2019, ha seguito da vicino le problematiche relative al sistema idrico del Gran Sasso e ha promosso la creazione di un Commissario straordinario per gestire i lavori necessari. Tuttavia, le critiche dei consiglieri riguardano la necessità di una maggiore chiarezza e coinvolgimento pubblico, aspetti ritenuti essenziali per la democrazia partecipativa e l'integrità ambientale.
Il presidente Marsilio, pur rispondendo che il processo è già pubblico e verificato periodicamente, si trova sotto pressione per dimostrare che non si tratta solo di dichiarazioni. L'acqua del Gran Sasso, considerata una delle migliori del mondo, e la complessità dei lavori che riguardano acquedotti, laboratori nucleari e trafori autostradali richiedono un equilibrio delicato tra progresso infrastrutturale e salvaguardia ambientale.
In questo quadro, la presenza del presidente al workshop è vista non solo come un atto di trasparenza, ma come un gesto che può favorire una cooperazione costruttiva e rassicurare i cittadini sull'impegno della Regione verso la tutela di un bene così prezioso.
LA STORIA DEL TRAFORO DEL GRAN SASSO
Il traforo del Gran Sasso è un'infrastruttura strategica e complessa che attraversa l'Appennino centrale e collega le città di Teramo e L'Aquila lungo l'autostrada A24. Ecco una panoramica delle principali tappe della sua ideazione e costruzione:
Ideazione: La concezione di un tunnel sotto il Gran Sasso nasce negli anni '60 per migliorare la connessione tra il versante adriatico e quello tirrenico, rispondendo alla necessità di facilitare il trasporto e lo sviluppo economico dell'Abruzzo e del centro Italia. L'idea si consolidò nei decenni successivi, spinta dal desiderio di ridurre i tempi di percorrenza e di fornire un passaggio sicuro anche durante i rigidi mesi invernali.
Progettazione: Durante gli anni '70, il progetto prese forma, comprendendo non solo la realizzazione dei trafori stradali ma anche la costruzione dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, che sarebbero diventati un importante centro di ricerca in fisica nucleare. L'ideazione e la pianificazione furono complesse a causa delle sfide geologiche e ambientali poste dalla montagna e dall'acquifero presente.
Inizio dei lavori: La costruzione vera e propria iniziò nei primi anni '80, un'opera titanica che richiese sofisticate tecnologie per affrontare le difficili condizioni geologiche e per proteggere l'ambiente circostante, in particolare l'acquifero che alimenta vaste aree regionali.
Completamento: Il traforo fu completato e inaugurato nel 1984, segnando un passo fondamentale per la viabilità regionale e nazionale. Il secondo tunnel fu aperto nel 1995, migliorando la capacità di traffico e la sicurezza complessiva dell'infrastruttura.
Il traforo del Gran Sasso è oggi parte integrante del collegamento autostradale A24 e ospita i laboratori sotterranei dell'INFN, uno dei più grandi al mondo, utilizzati per studi avanzati sulla fisica delle particelle.