Il presidente difende le nomine di tre dirigenti regionali, definendo le critiche dell'opposizione come vendette trasversali e attacchi volgari.
La recente decisione del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, di promuovere tre membri del suo staff a dirigenti ha scatenato un acceso dibattito politico. Le nomine, che comportano un aumento degli stipendi, sono state giustificate dal governatore con la necessità di riconoscere l'impegno di collaboratori che lavorano fino a 14 ore al giorno, spesso a proprie spese, garantendo la funzionalità della macchina amministrativa.
Le promozioni riguardano Pierpaolo D’Andrea, capo segreteria dell'assessore al Bilancio e allo Sport, Mario Quaglieri; Benedetta Fasciani, esponente di Fratelli d’Italia e componente della segreteria del presidente; e Simona Matergia, funzionaria regionale con esperienza nella segreteria della presidenza e nella ASL. Matergia è anche moglie di Pier Giorgio Casalena, dirigente coordinatore della struttura tecnica del presidente.
Le opposizioni hanno criticato duramente la mossa, sostenendo che le promozioni comportano una variazione al bilancio regionale per coprire gli scatti di stipendio. Marsilio ha risposto alle critiche definendole "attacchi volgari" e accusando l'opposizione di applicare una "logica mafiosa delle vendette trasversali", sottolineando che il suo staff non gode e non godrà di privilegi, ma ha subito l'ingiusto danno di lavorare intensamente con retribuzioni da semplici funzionari.Il presidente ha inoltre evidenziato che la riorganizzazione del gabinetto e degli uffici di diretta collaborazione, risalente alla fine della scorsa legislatura, sta finalmente entrando in funzione, adeguando ruoli, responsabilità e relative retribuzioni a parità del budget complessivo disponibile allo scopo .
La vicenda ha suscitato reazioni anche all'interno della maggioranza, con alcuni esponenti che hanno espresso il loro disappunto in chat private e nei corridoi di Palazzo Silone. La questione delle promozioni e degli stipendi adeguati continua a tenere banco nel dibattito politico regionale, con l'opposizione che chiede maggiore trasparenza e il presidente che difende le sue scelte come necessarie per il buon funzionamento dell'amministrazione.