I risultati del voto, sia alle europee che nella nostra regione, a mio avviso indicano delle scelte chiare da parte dei cittadini italiani, che disegnano ed impongono nuove strategie politiche.
Un paese letteralmente dilaniato a livello sociale da una gravissima crisi economica, ha ormai compreso che gran parte dei propri problemi, in termini di competitività, sono da ricondurre ad una debolezza oramai strutturale del suo assetto istituzionale, di molti dei suoi ordinamenti, del mantenimento di un'organizzazione lobbistica, all'assoluta inefficacia e ai ritardi della sua più grande azienda, la pubblica amministrazione, nonché alla perdurante logica della spartizione politica nei ruoli chiave delle aziende pubbliche.
Questa consapevolezza è nello stesso tempo un segnale di ottimismo di un paese
che sa che, insistendo sul districare questi nodi, potrà tornare al ruolo
che gli compete. Da qui discende un orientamento al voto che premia sia a
livello nazionale che regionale, e nel nostro caso anche locale, le forze
che si misurano realmente con i temi difficilissimi del governo e del
cambiamento, mentre punisce l'opposizione fine a se stessa o peggio
ancora il qualunquismo populista.
A questa indicazione così netta e precisa, direi epocale visto le dimensioni e le caratteristiche del voto, la classe politica deve dare il segnale di aver capito e risponde applicando la volontà popolare.
È per questo che ritengo che l'Abruzzo democratico che vuole il cambiamento, dovrà appoggiare Luciano D'Alfonso nelle scelte che egli ha tratteggiato nel corso della campagna elettorale: lasciandolo libero di scegliere sia i componenti della giunta che i suoi collaboratori e tutti gli amministratori delle aziende pubbliche, in assoluta libertà, puntando sulle capacità oggettive, sui risultati ottenuti nell'amministrare, dando obiettivi certi, precisi e soprattutto periodicamente misurabili.
Guai se dovessimo ancora assistere alle vecchie logiche di spartizioni o peggio ancora di compensazione dei risultati ottenuti o peggio di "premi di consolazione".
Gli abruzzesi non solo non capirebbero, ma trasformerebbero la fiducia in
rancore e delusione.
L'Abruzzo ha bisogno in tempi strettissimi di recuperare efficacia ed efficienza, sia nella macchina regionale che in tutte le aziende regionali, soprattutto nelle Asl.
È un compito difficilissimo, che vede contrapporsi spesso vecchie logiche
che possono comportare, come è accaduto ad esempio nella mia maggioranza
di centro sinistra al comune dell'Aquila, di perdere qualche consigliere.
Ma è da preferire fare battaglie di cambiamento assolutamente necessarie,
anziché caricarsi vecchie zavorre o immergersi nelle vecchie logiche che hanno distrutto e distruggono questo paese.
È necessario, quindi, un profondo ricambio e ringiovanimento della classe dirigente.
A tal proposito, auspicherei da parte di tutti coloro che attualmente ricoprono incarichi dirigenziali o commissariali, in tutte le strutture regionali, a partire dai quattro manager delle Asl, che manifestassero la sensibilità di rassegnare immediatamente nelle mani di D'Alfonso le loro dimissioni.
Ciò non per uno spoil sistem ma proprio perché, alla luce del risultato elettorale, permettano a chi è stato investito di tracciare un nuovo percorso di questa regione, di giudicarne i singoli operati alla luce dei risultati ottenuti nonché del giudizio complessivo che i cittadini danno del loro lavoro
Il secondo segnale che ritengo debba essere dato, e che dev'essere recepito da tutti noi, eletti o dirigenti dei partiti del centro sinistra, è che nell'ambito della scelta degli uomini di giunta o nelle più importanti responsabilità consiliari, oltre alla logica
dell'uomo giusto al posto giusto, prevalga l'indicazione netta dei nostri elettori, che hanno premiato i candidati più giovani, addirittura ridimensionando il consenso a figure storiche della mia generazione.
È un segnale di una regione che vuole metter alla prova una nuova classe dirigente, guidati soprattutto per assicurarsi la possibilità di un ricambio tale da delineare rinnovati percorsi, guidati da nuove sensibilità. In conclusione il centro sinistra, più in particolare il PD, ha ricevuto un mandato di grande fiducia, direi un segnale di chi si aspetta di poter tornare a sperare nel futuro.
È una responsabilità enorme che è stata riposta nelle mani, nella testa e nel cuore di Luciano D'Alfonso; il centro sinistra intero dovrà aiutarlo ma soprattutto dovrà mostrarsi degno della fiducia data alle sue idee ed ai suoi uomini.