Smantellata rete di spaccio internazionale: coinvolti albanesi, macedoni e italiani. La cocaina arrivava tramite un complesso canale di distribuzione.
Un’altra svolta nell’ambito dell’inchiesta sul traffico di cocaina coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia: la polizia ha eseguito questa mattina otto misure cautelari contro gli indagati collegati all’organizzazione criminale. L’operazione, condotta dalla squadra mobile e dalla Sisco, ha messo in luce nuovi dettagli su una rete ben strutturata e operativa tra confini internazionali e territorio italiano.
Tra gli arrestati spicca un cittadino albanese, finito in carcere con l’accusa di aver agevolato l’ingresso del capo dell’organizzazione in Italia. Secondo gli inquirenti, il soggetto avrebbe trasportato il leader del gruppo dalla frontiera di Trieste fino al capoluogo abruzzese, usando la propria auto per aggirare i controlli.
Un altro arresto ai domiciliari riguarda un uomo di nazionalità macedone, accusato di aver fornito un rilevante quantitativo di cocaina per soddisfare rapidamente la richiesta locale, in attesa che arrivassero nuovi carichi dal canale principale di rifornimento del gruppo.
Ulteriori provvedimenti sono stati adottati nei confronti di tre persone di diverse nazionalità – albanese, ucraina e italiana – accusate di aver collaborato nello spaccio di stupefacenti in città. Per due di loro è stata disposta la detenzione domiciliare, mentre un terzo indagato dovrà rispettare l’obbligo di dimora nel proprio comune di residenza.
L’indagine ha evidenziato una struttura criminale che operava su più livelli, con compiti ben distribuiti tra i membri. Dalla gestione della droga in arrivo dall’estero al coordinamento della distribuzione sul territorio, il gruppo era in grado di rispondere prontamente alla domanda di cocaina in città e nei dintorni.
Le autorità sottolineano la pericolosità dell’associazione, che si avvaleva di complici fidati per trasportare, stoccare e smerciare lo stupefacente, generando profitti consistenti e consolidando una rete di contatti anche oltre confine.
Le indagini proseguono per individuare eventuali altri complici e tracciare in maniera completa il flusso di droga, dalla produzione internazionale fino al consumo locale.