La settimana che porta al Natale sarà segnata da instabilità diffusa, tra depressioni mediterranee, afflussi freddi orientali e precipitazioni frequenti su molte regioni italiane.
La settimana di Natale si profila dinamica e spesso perturbata per gran parte del territorio italiano. I principali modelli meteorologici indicano una complessa interazione tra anticiclone europeo, saccatura atlantica e un contributo di aria fredda di origine russa diretta verso l’Europa centrale, con effetti indiretti anche sull’Italia. Questa configurazione favorirà la formazione di una area depressionaria sul Mediterraneo centrale, destinata a influenzare il tempo in modo persistente.
Già a partire dall’inizio della settimana, l’alta pressione tenderà ad allungarsi tra l’Europa sud-orientale e quella settentrionale, mentre una saccatura atlantica scivolerà verso il Mediterraneo centro-occidentale. Contestualmente, masse d’aria più fredde in arrivo da nord-est contribuiranno ad alimentare l’instabilità. Il risultato sarà un progressivo peggioramento delle condizioni meteo, con il ritorno di piogge diffuse e nevicate a quote appenniniche e alpine.
Il primo deterioramento significativo è atteso lunedì 22, quando Nordovest, Isole maggiori e regioni tirreniche verranno raggiunte da precipitazioni in intensificazione. Sulle Alpi occidentali tornerà la neve, mentre i settori adriatici e ionici resteranno inizialmente ai margini, in una fase di temporanea attesa.
Martedì 23 la depressione, approfondendosi sul Mediterraneo centrale, dovrebbe favorire una maggiore estensione dei fenomeni. Le piogge coinvolgeranno anche il versante adriatico, mentre resteranno insistenti su quello tirrenico e al Nordovest. Attese ulteriori nevicate sulle Alpi occidentali e sull’Appennino centro-settentrionale, con il Triveneto che, secondo le proiezioni attuali, potrebbe rimanere relativamente più asciutto.
Tra Vigilia e Natale, la persistenza della circolazione depressionaria, alimentata da aria fredda in scorrimento lungo il bordo meridionale dell’anticiclone sul Nord Europa, dovrebbe concentrare l’instabilità soprattutto al Centro-Sud, con piogge frequenti e neve in Appennino. Le regioni settentrionali apparirebbero più defilate, pur con fenomeni possibili su Nordovest, fascia prealpina e aree pedemontane, dove la neve potrebbe spingersi anche a quote medio-basse.
Il quadro resta tuttavia evolutivo e caratterizzato da una certa incertezza previsionale. Le prossime emissioni modellistiche saranno determinanti per definire con maggiore precisione tempi, intensità e distribuzione dei fenomeni.