Moncler, proseguono polemiche dopo inchiesta di Report Azienda piumini, usiamo solo fornitori 'animal friendly'
Report diffonde un filmato sui gravi maltrattamenti causati alle oche per riempire giacche e piumini e Moncler, marchio di tendenza e ormai famoso in tutto il mondo, finisce in mezzo alla bufera.
E nonostante si difenda smentendo le accuse, paga in borsa le conseguenze della bagarre.
A innescare la miccia è stata la trasmissione di Milena Gabanelli andata in onda domenica sera su Rai 3, che ha mostrato come le oche utilizzate per riempire i piumini vengano spiumate vive in Ungheria e lasciate con la pelle lacerata.
Ma Report ha puntato il dito anche contro Moncler che non dà lavoro in Italia, non usa prodotti di qualità e vende piumini che valgono un decimo di quello che costano.
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Per la prima volta, grazie a Sabrina Giannini, una televisione riesce a documentare l’illegalità della “spiumatura” sulle oche vive in Ungheria, denunciando così la crudele pratica illegale diffusa nella Comunità europea, la prima responsabile per i mancati controlli e per avere un regolamento che consente con facilità di “riciclare” la piuma illegale.
L’inchiesta di Sabrina Giannini comincia dall’imbottitura del piumino più di moda, analizzandone i passaggi: dalla confezione alla delocalizzazione.
Un’indagine a largo raggio (anche geografico) sulle scelte di alcuni marchi della moda che si spingono perfino in territori non riconosciuti dall’ONU pur di risparmiare pochi euro su prodotti venduti a prezzi elevati in boutique.
Si tratta della Transnistria, la Repubblica fondata sul Soviet autoproclamatasi indipendente dalla Moldova, dove le griffe sono le benvenute, i giornalisti molto meno.
La risposta della maison di Remo Ruffini non si è fatta attendere.
Sul sito Moncler da ieri mattina campeggia infatti una nota che spiega che "Moncler utilizza solo piuma acquistata da fornitori obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali".
E ancora:
"l'associazione del nome Moncler a pratiche illegali e vietate dal nostro Codice Etico, è impropria" poiché "i nostri fornitori di piuma sono tutti basati in Italia, Francia e Nord America".
A poco è servita però la replica di Moncler per contenere il polverone.
Indignati gli animalisti si sono scatenati con tweet a ripetizione contro l'azienda leader del lusso, del tipo:
La #Moncler oltre ai clienti spenna vive anche le #Oche... #VERGOGNA
E il battage si è immediatamente riversato sui mercati azionari, tanto che alla Borsa di Milano il titolo il giorno dopo è arrivato a perdere il 4,88%.
Secondo gli analisti di Intermonte "il marchio Moncler è stato più volte citato nel corso del programma", circostanza che può aver fatto una "pubblicità negativa al brand sulla clientela italiana", e tra gli animalisti.
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