Monogruppi, modello di finanziamento "occulto" ai partiti, o ai politici

14 Aprile 2012   08:48  

Eccoli qua i monogruppo della Regione Abruzzo:

UDC - Antonio Menna
Comunisti Italiani - Antonio Saia
La Sinistra Verdi-SD - Walter Caporale
MPA - Giorgio De Matteis
Rifondazione Comunista - Maurizio Acerbo
API - Luigi Milano

Sono 6 su 11 gruppi i "self made man regionali" e letteralmente la definizione di gruppo parlamentare è:

In via di prima approssimazione il gruppo parlamentare può essere definito «l'unione dei membri di un ramo del Parlamento appartenenti allo stesso partito che si costituiscono in unità politica con un'organizzazione stabile ed una disciplina costante di gruppo» (G.U. Rescigno).

Al giorno d'oggi, con la crisi della politica, non è più così. Il fenomeno di malcostume di costituire una pletora di monogruppi (termine che si contraddice da solo) nasce solo ed esclusivamente dalla necessità di utilizzare la struttura di un intero gruppo e gestirla in solitario.

Cosa significa?

Semplicemente più soldi, si partecipa ad ogni commissione (con il gettone), si ottiene un trattamento finanziario migliore.

Un capogruppo di se stesso prende di più a fine mese, ha più soldi per lo staff politico, ha più stanze nel palazzo, ha più potere contrattuale, decide tutto da solo nel suo "orticello".

Un monogruppo in regione ci costa quasi 70mila euro l'anno, i gruppi più grandi in rapporto molto meno.

Ma la regione è solo la punta dell'iceberg, ci sono le provincie e i comuni che non sono da meno e L'Aquila è primatista incontrastata, vede, infatti, ben 23 monogruppi su 42 consiglieri, compreso il Sindaco!

Uno spreco per i cittadini, ma una preziosa risorsa per la politica, chi avrà ragione?

Regioni, la passione per il "monogruppo"
che costa 30 milioni alle casse pubbliche

di ANTONELLO CAPORALE

I monogruppi sono come le medicine monodose. Piccole e utili iniezioni di finanziamento parallelo per i creativi della politica. Tra i mille canali del sostegno pubblico ai partiti questo è il sistema di gran lunga più conveniente e poco dispendioso. Praticamente non se ne accorge nessuno. E' un attimo, meglio di una pic indolor. I monogruppi valgono circa trenta milioni di euro l'anno. Non troppi né pochi. E fanno da stampella finanziaria al politico indeciso: di qua o di là? Proprio non saprei.... 

Nelle Regioni italiane circa sessanta sono i self made man e raccolgono da un sistema di larghe vedute il meglio del meglio: un addetto stampa, tre collaboratori, un ampio e gradevole ufficio. Non c'è bilancio, non c'è resa del conto. Anzi, non c'è proprio conto. Esiste un metodo scientifico dell'approvvigionamento di benefit che - inaugurato a sud - si è adesso trasferito nel profondo nord del Paese. 

Furono i calabresi a capire per primi come potesse essere facile comunicare all'ufficio di presidenza del consiglio regionale la assoluta estraneità di alcuni colleghi a qualunque forma di organizzazione collettiva della politica. Un consigliere regionale ha un'indennità di poco inferiore a quella del deputato, e servizi derivanti dall'ampiezza del gruppo di appartenenza. E' il gruppo che eroga ai suoi iscritti. Di qui la felice scoperta che, andando contro i fondamentali della logica, un singolo consigliere potesse, senza destare scandalo e nemmeno ironie,  lievitare al punto da trasformarsi in gruppo. Un esempio a caso, e scegliamo invece la regione più mite tra le ventuno italiane: le Marche. "Per le Marche" è il gruppo consiliare che fa capo al signor Erminio Marinelli. Lui e lui solo. Da consigliere regionale e capogruppo di se stesso benefit aggiuntivo e ampia segreteria di scorta. Ottimo. E magnifica la scelta del presidente della giunta marchigiana Gian Mario Spacca, che ha guidato la coalizione di centro sinistra alla vittoria, di intestarsi il gruppo: Gian Mario Spacca Presidente. Vi sembra poco? Presidente, e lo dice la parola stessa. Capogruppo, ed è un'ovvietà. Chi - se non Spacca - guida il gruppo Spacca?

Alla regione Calabria, molto competenti in materia, sono ben due i gruppi consiliari che vogliono distinguere le proprie politiche per lo sviluppo del territorio: la prima, numericamente più robusta, si rifà all'esperienza  del governatore Scopelliti che più che uomo di centrodestra è oramai un brand istituzionale. "Scopelliti presidente" è il gruppo dei cinque consiglieri regionali che vedono in lui una bandiera che unisce. Altri due colleghi hanno costituito un secondo gruppo che porta sempre lo stesso nome ("Scopelliti presidente") però, e qui sta la differenza, i due (i consiglieri Serra e Rappoccio) si sono messi insieme per fare qualcosa di più: "Insieme per la Calabria- Scopelliti presidente" questo il titolo del loro brano.

Ma non stupiamoci: la Lombardia ha bocciato la proposta di legge che intendeva abolire questa generale presa per i fondelli, e il Molise, la più piccina delle regioni, ha visto sbocciare otto monogruppi su quattordici. Meglio del Piemonte (sette su tredici), meglio del Lazio (lì si sono fermati a otto).
Se servono soldi, non abbattiamoci: le vie del Signore sono infinite.


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