Monsignor Giuseppe Petrocchi, "Prego perchè la Nuova Legge sia Chiara e Rapida"

03 Febbraio 2015   06:06  

"Varare presto la nuova legge sulle regole della ricostruzione, che chiarisca per sempre la natura pubblica o privata dei lavori di riparazione post-sisma delle chiese, per sbloccare i lavori alla cattedrale aquilana di San Massimo, fermi da 6 anni con l’erba che cresce sul pavimento del duomo dal tetto sfondato".

Questa la richiesta giunta dall’arcivescovo metropolita del capoluogo, monsignor Giuseppe Petrocchi, che stamattina, in occasione dell’incontro con la stampa per celebrare San Francesco di Sales, patrono dei cronisti ("anche se oggi è San Tommaso", si è ironizzato dopo lo slittamento dell'evento), ha ‘vuotato il sacco’ sull’affaire-San Massimo dopo mesi e mesi di silenzio.

Lo sforzo comunicativo dell’arcivescovo, fin troppo tardivo, contribuisce a fare chiarezza sulla vicenda anche se rispetto al rimpallo di responsabilità tra la Curia e la direzione regionale per i Beni culturali, il Comune dell’Aquila e il governo in generale, a rimetterci sono sempre i cittadini che vedono 35 milioni di euro dell’aggregato privato bloccati e altri 10 per la parte pubblica della chiesa ugualmente fermi.

In tal senso il ‘padrone di casa’ dovrebbe e potrebbe fare ancora di più di quanto ha annunciato oggi.

All’evento ha preso parte anche Augusto Ippoliti, il presidente del Consorzio privato Sant’Emidio, “che è cosa altra dall’Arcidiocesi, che pure ne tiene la maggioranza, ma quando si vota per testa siamo in minoranza”, ha sottolineato l’arcivescovo.

Da lui una notizia importante. “Le leggi attuali ci consentono di partire stiamo per presentare la nuova configurazione del progetto e daremo la priorità all’istruttoria delle residenze, palazzo Arduini e palazzo De Nardis che sono abitazioni principali - ha svelato - Credo che per l’istruttoria ci vogliano 2-3 mesi, a quel punto, se il Comune avrà i fondi, siamo pronti a cantierizzare. A cascata anche le parti ecclesiastiche potranno partire fino ad arrivare alla Cattedrale, a quel punto mi auguro che la legge o qualcun altro ci chiarisca chi la deve ricostruire”.

L’aggregato privato, dopo il bando “della discordia” lanciato sul quotidiano economico Il Sole 24 Ore dal Consorzio Sant’Emidio, in un clima di polemiche, è stato vinto all’associazione temporanea d’imprese (Ati) composta da Sac Spa, Costruzioni Iannini Srl e Dp Restauri Srl.

Ippoliti ha smentito quanto affermato oggi ad AbruzzoWeb dall’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, ovvero che il progetto privato è fermo dal 2012 perché il Consorzio non ha presentato integrazioni richieste.

“Nel 2012 abbiamo consegnato il progetto, le integrazioni ce le hanno richieste a metà 2013, amministrative e non tecniche - risponde - Ci hanno chiesto di configurare il Consorzio in maniera non più unitaria, ma divisa in porzioni perché era sorto il dubbio su chi dovesse ricostruire la Cattedrale e questo voleva dire quasi ricominciare da capo”.


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