Montesilvano, il Consiglio comunale dice sì alle centrali nucleari in Abruzzo

02 Giugno 2011   11:03  

Nel giorno in cui la Cassazione ha dato il definitivo via libera al quesito referendario sul nucleare, il Consiglio comunale di Montesilvano ha respinto l'ordine del giorno che dichiarava la Regione Abruzzo non disponibile ad accogliere centrali nucleari e l'ordine del giorno "L'acqua non si vende" presentato dal comitato "2 si' per l'acqua bene comune Montesilvano" il 29 aprile scorso a tutti i consiglieri in occasione del consiglio comunale.

L'ordine del giorno che chiedeva a Chiodi di dichiarare l'indisponibilita' alle centrali nucleari come per il resto hanno gia' fatto diversi presidenti di Regione di centrodestra come Formigoni in Lombardia, Zaia in Veneto e Cappellaci in Sardegna, e' stato prima dichiarato accolto e poi respinto per un errato conteggio.

L'ordine del giorno "L'acqua non si vende" presentato dal Consigliere Christian Odoardi (PRC) chiedeva di dare massima diffusione ai referendum come pratica democratica e di aderire al Comitato a sostegno dei 2 si' per l'acqua bene comune ma e' stato respinto con 9 voti contrari e 6 a favore.
Hanno votato contro il Sindaco Pasquale Cordoma, Ottavio De Martinis (Pdl), Benito Olivieri (Pdl), Stefano Di Rodi (Pdl), Orsini Mauro (Libero), Ermanno Falco (Pdl), Peppino Mene' (Pdl), Alfredo Caccamo (Pdl), Pierluigi Marchegiani (Pdl). Hanno votato a favore il Presidente del Consiglio Vittorio Catone (Pdl), Cristian Odoardi(Prc), Adriano Chiulli (Pd), Francesco Di Pasquale (Pd), Oscaro Biferi (Fli) e Gabriele Di Stefano (Gruppo Misto). Si sono astenuti Adriano Tocco, Maria Rosa Parlione e Emilio Di Censo. Tutti gli altri consiglieri (13) erano assenti o non hanno partecipato al voto.

Il Consiglio comunale - commenta il Comitato referendario "2 si' per l'acqua bene comune" - ha perso un occasione , continuando l' opera di censura nei confronti dei referendum. Ora i montesilvanesi conoscono l'opinione del governo della citta' sul futuro dell'acqua. I montesilvanesi in ogni caso trasversalmente agli schieramenti nel segreto dell'urna daranno un segnale ben diverso, perche' l'acqua non si privatizza e questo sentimento popolare cresce di giorno in giorno: batteremo il quorum. La vittoria dei si' ed il raggiungimento del quorum il 12 e 13 giugno escluderanno la privatizzazione e l'aumento delle bollette, e daranno una spinta dal basso essenziale per una nuova gestione pubblica libera da clientele e malaffare, avviando il processo di ripubblicizzazione.


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