Moria di pesci nel lago di Scanno, Arta e Asl indagano

11 Ottobre 2008   10:00  

Un'anomala moria di pesci nel lago di Scanno ha allertato questa mattina alcuni componenti dell'associazione pescasportivi 'Scanno e Villalago', che a loro volta hanno chiamato gli agenti del Corpo forestale dello Stato della locale stazione per gli accertamenti del caso. In particolare sono stati ritrovati circa 40 coregoni, anche di grossa taglia, e 180 avannotti di persici reali, specie alloctona reinserita 20 anni fa. Il lago di Scanno e' definito di 'sbarramento', cioe' generato da una frana che ha ostruito il letto del fiume Tasso. E' alimentato anche da sorgenti sotterranee, cosi' come il deflusso delle acque che si disperde in falda. I forestali hanno chiesto l'intervento del personale dell'Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale, per l'analisi delle acque, e della Asl Avezzano Sulmona. Questi ultimi hanno provveduto a inviare gli esemplari morti al settore Ittiologico dell'Istituto zooprofilattico Abruzzo e Molise. Si e' adesso in attesa del responso dei due referti, anche se ad essere imputata e' la carenza di ricambio d'acqua nell'invaso, con conseguente scarsita' di ossigeno in soluzione nelle acque. 'Sono due anni - riferiscono da comando stazione della forestale di Scanno - che il lago si abbassa di livello. Diminuendo la massa complessiva di liquido la fauna ittica potrebbe rischiare il soffocamento per mancanza dell'adeguato valore di ossigeno'. Nel luglio scorso la 'Goletta dei Laghi', sezione di 'Goletta Verde', ha insignito il lago di Scanno della prestigiosa bandiera blu, per la qualita' delle acque, rilevando una ottimale miscelazione di ossigeno. 'La moria di pesci e' del tutto naturale - afferma Eustachio Gentile, consigliere comunale e della Comunita' del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise - visto l'aumento del novellame che si concentra al centro dell'invaso e rimane vittima degli attacchi del luccio, specie reintrodotta incautamente da qualcuno in maniera abusiva. L'Arta ha effettuato prelievi nel settembre scorso, rilevando condizioni ottimali per l'ambiente acquatico, anche se e' presente una quantita' di depositi organici sul fondo del lago che determina la formazione di microalghe'. Sempre stando a quanto afferma Gentile: 'Il depuratore non e' imputabile poiche' la scarsita' d'acqua nel tratto di immissione al lago gli impedisce di raggiungerlo'.


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