Morte di Leon Hamza, se n'è andata una promessa della boxe

Il ragazzo si allenava presso una palestra di Montesilvano

11 Giugno 2014   11:27  

Il tragico incidente di cui è rimasto vittima ha infranto quasi sul nascere i sogni di gloria di Leon Hamza, il 19enne di origini kosovare da sempre residente con la famiglia nel quartiere Zanni di Pescara.

La principale aspirazione di Leon era infatti quella di diventare un grande nome del pugilato, per emulare il fratello maggiore Alì, già in possesso di un titolo conquistato alcuni anni fa, e per riuscire nell'intento passava diverse ore ogni giorno ad allenarsi nella palestra di Luciano Di Giacomo a Montesilvano.

Un impegno assiduo e costante che aveva iniziato a dare i primi frutti una volta raggiunta la magiore età, che ha permesso al ragazzo di entrare nel giro della rappresentativa italiana giovanile.

Un percorso assai promettente che non potrà però essere completato da Leon, secondo di tre fratelli accomunati dalla passione per i guantoni (anche il più piccolo, il 17enne Giuseppe, si allenava), intersa anche come riscatto sociale di una vita che aveva visto i genitori, Dzimi ed Elvira, lasciare i Balcani per il capoluogo adriatico ad inizio anni '90 per garantire a lui ed ai fratelli un futuro migliore.

"Era una delle speranze della nostra palestra, che seguiamo da quando era poco più di un bambino" - ha ricordato commosso l'allenatore Lorenzo Di Giacomo - "e l'accaduto ci dà un dolore indescrivibile"

"Un ragazzo bravo ed educatissimo, che conosco sin da quando era piccolo", il ricordo che di Leon ha la vicina di casa Francesca. Un altro vicino ha invece evidenziato come "in questa zona lo conoscevamo tutti, e tutti ci siamo stretti attorno a quei poveri genitori che stanno vivendo ore terribili".


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