Gli esperti del Ris di Roma analizzano il ferro da stiro legato alla morte di Lorena Paolini, mentre continuano le indagini sull’omicidio presunto della 53enne di Ortona.
La vicenda che riguarda la morte di Lorena Paolini, la 53enne di Ortona, sta prendendo una piega sempre più inquietante. Dopo mesi di indagini, gli esperti del Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Roma hanno completato gli esami su alcuni oggetti cruciali legati alla tragedia, tra cui il ferro da stiro che Lorena stava utilizzando poco prima di perdere la vita. A destare preoccupazione è il cavo del ferro, che potrebbe essere stato utilizzato per strangolarla. Un altro elemento che complica il quadro è la possibile implicazione del marito della donna, Andrea Cieri, indagato dal mese di agosto per omicidio volontario aggravato.
Nonostante la difesa di Cieri sostenga la tesi del suicidio, avanzando l’ipotesi che Lorena si sia tolta la vita, le indagini si concentrano sempre di più su un omicidio. L’avvocato Francesca Di Muzio, che rappresenta la sorella di Lorena, Silvana Paolini, ha ribadito che non ci sono dubbi: Lorena non si è suicidata. La ricostruzione dei fatti, supportata dall’esperto criminalista Nicola Caprioli, è ancora in fase di approfondimento.
I tecnici del Ris hanno prelevato campioni dalla casa di Cieri, tra cui tracce di sangue su un tavolino, tamponi eseguiti sul lampadario, e una corda di nylon, che la famiglia di Lorena afferma possa aver usato per impiccarsi. Tuttavia, i legali coinvolti non escludono la possibilità che l’oggetto sia stato usato per altre finalità. Le analisi sono ancora in corso, e si attende con ansia la relazione sull’autopsia, che potrebbe chiarire ulteriormente gli eventi.
La questione, che ha scosso l’opinione pubblica, non è ancora giunta a una conclusione definitiva, e le indagini potrebbero rivelare nuovi dettagli nelle prossime settimane.