Mura e Maraini presentano il Festival di Gioia, protagonista la cult

31 Luglio 2007   18:56  
Saranno undici gli eventi nei sette giorni di programmazione del settimo Festival nazionale del Teatro di Gioia, in calendario da domenica 5 a sabato 11 agosto, nel suggestivo borgo di Gioia Vecchio, nel comune di Gioia dei Marsi. A presentare la manifestazione sono stati, questa mattina, a Roma, nella sede della Regione Abruzzo, nel corso di una conferenza stampa, l´assessore alla Cultura, Betty Mura (nella foto), la direttrice artistica della rassegna, Dacia Maraini, e il sindaco di Gioia dei Marsi, Gianclemente Berardini. L´apertura, alle 21 di domenica 5, a Gioia Vecchio, toccherà all´inedito duo composto da Lucio Dalla e Piera degli Esposti che presenteranno "Parole cantate", uno spettacolo di musica e voce, che vedrà la partecipazione di Marco Alemanno. Alle 21 di lunedì 6, sempre nello scenario di Gioia Vecchio, Gigi Proietti proporrà il suo "Recital", mentre il giorno seguente, alle 17,30, ancora a Gioia Vecchio, la sezione ragazzi della Scuola di Drammaturgia di Gioia presenterà "Un sacerdote chiamato coraggio" per la regia di Eugenio Incarnati e con la partecipazione del coro di Pescasseroli. Alle 21, la compagnia "Quarta Parete" di Fabio Gravina metterà in scena lo spettacolo "Non è vero ma ci credo" di Peppino De Filippo. Alle 17,30 di mercoledì 8, a Villetta Barrea, sarà inaugurata la mostra fotografica "Geografie del Teatro" di Francesco Galli, mentre a seguire Dacia Maraini presenterà il libro di Sista Bramini e dello stesso Francesco Galli "Un teatro nel paesaggio", Titivillus Edizioni. Alle 21, di nuovo a Gioia Vecchio, per assistere a "Vita mia", lo spettacolo teatrale di Emma Dante. Giovedì 9, alle 17,30, in Piazza Savoia di Gioia dei Marsi, sarà la volta dello spettacolo "Voce do´ vich´antico" del laboratorio teatrale "Figli di un Dio minore", mentre alle 21, a Gioia Vecchio, Ambrogio Sparagna proporrà "Voci all´aria". Alle 21 di venerdì 10 troverà spazio il saggio finale della scuola nazionale di scrittura teatrale di Calenzano, in provincia di Firenze, che rappresenterà "Radiazioni", mentre la scuola nazionale di drammaturgia di Gioia si misurerà con "Nel campo di L" e con "Don Raffaele Starace". Per la serata di chiusura, sabato 11, a Pescasseroli, "O Thiasos Teatronatura" proporrà le "Flagellanti",da un racconto di Marina Cvetaeva, spettacolo itinerante in luoghi naturali con Sista Bramini e per la regia di Sergio Silvestri. Alle 21, a Gioia Vecchio, infine, Guido Servino e la nuova compagnia di Luisa Mariani porteranno all´attenzione del pubblico "La festa è di là" di Agnes Jaoui e J.P. Bacrì. "Non posso che sottolineare il metodo vincente attraverso cui è stato portato avanti questo festival che è quello della perfettibilità - ha dichiarato la Mura - L´idea di fondo è, infatti, quella di migliorarsi di anno in anno ed il livello altamente qualitativo raggiunto, in questa edizione, dalla rassegna di Gioia - ha proseguito l´Assessore - rappresenta anche una risposta culturale e artistica allo scempio di tipo ambientale che stanno producendo, in questo periodo, gli incendi di natura dolosa che attaccano il nostro Abruzzo e che hanno lambito anche il borgo di Gioia Vecchio". Il sindaco Berardini si è soffermato, invece, sulla forza e sul significato del teatro per una realtà come Gioia. "Dopo il terribile terremoto del 1915, era divenuto un paese fantasma - ha detto - ora, almeno d´estate grazie a Dacia Maraini, all´organizzazione del Festival e ai tanti volontari, torna ad essere un posto vivo dove si mettono insieme le esperienze e le conoscenze di molti per regalare emozioni e momenti di grande cultura". Anche la padrona di casa Dacia Maraini, autentico deus ex machina dell´evento di Gioia Vecchio e cittadina acquisita dell´Abruzzo e della Marsica, ha regalato una sua preziosa testimonianza del piccolo miracolo che ogni anno vive una piccola comunità montana come quella di Gioia, "riportata alla vita grazie al teatro", e ha ricordato l´impegno con la locale scuola di drammaturgia che contribuisce a dare continuità al percorso artistico e culturale intrapreso. "Quest´anno - ha spiegato la scrittrice - gli allievi del corso metteranno in scena due atti unici relativi alle storie di due personaggi dimenticati: Don Raffeale Starace, un prete salesiano che si rivelò determinante per la rinascita morale e civile post terremoto, e Maria Eisenstein, un´ebrea polacca internata nel campo di concentramento di Lanciano e miracolosamente sfuggita alla morte. Forse, pochi sanno che l´Abruzzo, anche per le sue condizioni di isolamento ed arretratezza culturale durante la seconda guerra mondiale - ha aggiunto - fu scelto per ospitare circa venti campi di concentramento e di passaggio verso la Germania". Tra gli eventi di maggiore suggestione e impatto, si segnala il teatro altamente sperimentale di Emma Dante che in "Vita mia" racconta in stretta lingua siciliana lo struggente tentativo di elaborazione del lutto da parte di una madre per la morte del figlio. VT

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