NATALE: UN DECALOGO PER EVITARE STRESS E NON RESTARE AL VERDE

08 Dicembre 2007   11:49  
Se il pensiero del Natale imminente vi riempie di angoscia, perchè ci si aspetta da voi che spendiate cifre folli per regali e banchetti, fatevi aiutare dal sito web americano Bankrate.com, che ha stilato un vademecum per attraversare (quasi) indenni le prossime feste, magari riuscendo persino a restituire un senso a quello che spesso è solo un rito convenzionale. IL BARATTO YANKEE. È detto anche "Natale yankee" (non nel senso di neve): ognuno porta un regalo che rientra in un tetto di spesa convenuto, impacchettato in modo da risultare irriconoscibile. I doni vengono messi tutti insieme e ciascuno estrae un numero da un cesto. Chi pesca il numero uno sceglie un regalo, lo scarta e lo mette sul tavolo. Il numero due può decidere se prendere il regalo aperto (in questo caso il numero uno ne scarta un altro) o tentare la sorte con un pacchetto diverso. Il numero tre a sua volta prende quello aperto o ne apre un altro, e così via: in sostanza, ci si ruba i regali l´un con l´altro, e la cosa può risultare anche divertente (non sono escluse le risse). Il gioco finisce quando qualcuno apre l´ultimo pacchetto e decide di tenersi il regalo. Esiste anche una variazione chiamata "L´elefante bianco", in cui ci si accorda per incartare gli oggetti più bizzarri e impresentabili. IL BABBO NATALE MISTERIOSO. Parenti e amici coinvolti nel pranzo di Natale, d´accordo tra loro, scrivono il proprio nome su un foglietto e lo infilano in un cesto: poi ognuno pesca il nome dell´unica persona cui farà il regalo, generalmente all´interno di una cifra convenuta e ragionevole. Niente bigliettino d´auguri sul pacchetto, è ovvio: ma ognuno si ritroverà con un "vero" regalo (almeno si spera) invece che con sei paia di guanti e tre candele mangiafumo. C´è una variante molto civile in cui ognuno prepara una lista con i regali che vorrebbe, e il donatore sceglie da quella. IL BABBO NATALE PUBBLICO. Uguale come sopra, tranne che il donatore si firma. Molto adatto per le famiglie numerose, e ovviamente l´anno dopo si rimescolano le carte. IL RICICLO. Come dice la parola, consiste nel ri-regalare qualcosa che ci è stato donato, violando deliberatamente l´imperativo della nonna "roba regalata, roba incatenata". Si sa che è una pratica consolidata, ma bisogna assolutamente ricordarsi di chi ha regalato cosa, per evitare magre figure. LA COLLETTA. Quest´anno non si fanno regali, ma ci si tassa per una cifra ragionevole e si fa una vera festa. Meglio spendere per un piatto davvero eccezionale piuttosto che per l´ennesima sciarpa di lana per la zia Clara. CHILDREN ONLY. I regali si fanno solo ai bambini, che se li aspettano e (quasi sempre) se li meritano. Gli adulti sono perciò esentati dal tributo obbligato del regalo ai loro coetanei. LA MANO TESA. Niente ragali: si raccolgono soldi tra i partecipanti al pranzo di Natale e si fa una donazione a una fondazione benefica, per esempio per consentire a una famiglia del terzo mondo di comprarsi una mucca, come fa il Progetto Heifer. Dà più soddisfazione e ha molto più senso. IL TETTO DI SPESA. Semplice e pratico: si dice a tutti che i regali non devono superare una determinata cifra, ma per vivacizzare il tutto si sceglie un tema che cambia ogni anno. Per esempio, si può decidere che i regali devono essere giochi da tavolo, oppure prodotti alimentari del territorio, o qualunque altra cosa vi venga in mente. L´ANTINATALE. Invece del solito pranzo, noioso, costoso e pesante, si decide di fare qualcosa insieme (un concerto o una gita fuori porta) e dopo si ordina la pizza a domicilio, sperando di trovare una pizzeria aperta (meglio telefonare prima). LA FUGA DALLE FESTE. I soldi in bilancio per regali, cenone, albero di Natale e vestiti nuovi si spendono per fare una vacanza tutti insieme. Se è troppo costoso, ci si regala un buono per una cena e a turno si va a trovare gli altri in qualunque periodo dell´anno, liberi dalla schiavitù del dono obbligato e dall´imperativo di essere obbligatoriamente felici di vedersi il 25 dicembre a pranzo. (AGI)

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