La Sea Eye 5 chiede alle autorità italiane di assegnare un porto più vicino per sbarcare i migranti salvati, citando limiti tecnici della nave.
La Sea Eye 5, un'imbarcazione della ONG tedesca Sea Eye, è stata protagonista di un'operazione di salvataggio in mare che ha visto il recupero di ben 172 migranti nelle ultime 48 ore. Dopo aver completato tre interventi di salvataggio al largo di Lampedusa, la nave si è vista assegnare inizialmente il porto di Ortona per lo sbarco dei naufraghi. Tuttavia, la ONG ha chiesto alle autorità italiane di riconsiderare questa destinazione, indicando che la Sea Eye 5, a causa dei suoi limiti tecnici, non sarebbe in grado di percorrere le molte miglia necessarie per raggiungere il porto abruzzese.
Il presidente di Sea Eye, Gorden Isler, ha dichiarato: «Esortiamo le autorità italiane a considerare le condizioni operative della nostra nave e a fornirci un porto più vicino». In effetti, la Sea Eye 5 è equipaggiata per il salvataggio di vite umane e per il primo soccorso, ma non ha la capacità di compiere lunghe traversate senza rischiare di compromettere la sicurezza della sua equipaggio e dei migranti a bordo.
Nel frattempo, la nave ha fatto rotta verso Lampedusa, chiedendo urgentemente il permesso di attraccare sull'isola. Il capo missione della Sea Eye, Jan Ribbeck, ha specificato: «Abbiamo bisogno di un porto di sbarco più vicino, idealmente a Lampedusa, per garantire la sicurezza di tutti a bordo».
Le autorità italiane hanno poi risposto con una proposta alternativa, dando il via libera allo sbarco dei migranti a Pozzallo, un porto situato nella Sicilia meridionale. La nave dovrebbe arrivare nella mattinata di domani, giovedì 8 novembre, verso le ore 10:00. La Sea Eye 5 ha anche completato un'evacuazione medica e ha consegnato 32 migranti alla Guardia costiera italiana nel corso delle operazioni di soccorso.
Nei dettagli delle operazioni di salvataggio, la Sea Eye 5 ha recuperato 110 persone nelle ultime 24 ore, mentre la nave Trotamar 3 ha salvato altre 62 persone da un gommone in difficoltà, portando il totale dei soccorsi a 172 persone. La Guardia costiera italiana ha partecipato al salvataggio, assicurando che tutti i naufraghi venissero portati in salvo.
Nonostante le difficoltà logistiche e operative, la Sea Eye 5 ha dimostrato una volta di più il suo impegno per la salvaguardia delle vite umane in mare, nonostante le sfide tecniche e le difficoltà di coordinamento con le autorità italiane. Il caso della nave mostra l'urgenza di una risposta coordinata e umanitaria per affrontare le emergenze nel Mediterraneo centrale, dove le operazioni di salvataggio continuano a essere cruciali.