Ne vogliamo parlare? - La Pubblica Amministrazione "palla al piede" del paese?

di Ferdinando Mario Balzano

25 Settembre 2011   09:58  

La Situazione di crisi economica e politica attuale esige risposte urgenti anche su tematiche che sono ormai vecchie e mai risolte.

Tra queste quella di far funzionare la Pubblica Amministrazione, da sempre additata come la "palla al piede" del Paese.

Sono state invocate, nel tempo, riforme efficaci che la mettessero in grado di funzionare e di essere funzionale al Paese, su cui incombe con il suo cattivo funzionamento, aggravando la situazione generale e non consentendo al mondo produttivo di sviluppare tutte le proprie potenzialità, necessarie in questo momento per aumentare la ricchezza nazionale e far fronte all'enorme debito pubblico che grava sul Paese.

Perché non si è riusciti nell'impresa?

È questo il tema che vorrei affrontare in questo "spazio aperto", non per proporre ricette miracolose, che evidentemente non resistono, ma per esaminare quali sono le caratteristiche negative che le impediscono di funzionare.

Intanto chiariamo subito che quando si tratta di Pubblica Amministrazione come se fosse un blocco monolitico, sbagliamo subito l'approccio. Essa è un insieme di strutture molto diversificate tra di loro, con competenze proprie, che esercitano o in campo nazionale o sul territorio.

Tra queste "Pubbliche Amministrazioni" ci sono quelle che funzionano, erogando servizi a volte anche eccellenti, e quelle che non funzionano, che complicano la vita di cittadini e imprese.

È da qui che bisogna partire per cercare le soluzioni che servono per renderle funzionanti. Sviluppare l'emulazione, promuovere sinergie tra di esse con interventi di sussidiarietà, educare il personale da troppo tempo adagiato sull'inamovibilità del posto di lavoro, cambiare il sindacato interno impegnato in una tutela cieca dell'esistente, intervenire sull'organizzazione del lavoro con l'introduzione massiccia dell'informatica, lavorare per obiettivi seri e raggiungibili di cui i dirigenti rispondono pena la rimozione.

Sono solo una parte degli interventi che bisogna da subito realizzare.

Conosco troppo bene la P.A. per credere che sia facile eliminare queste cose, ma nello stesso tempo ho la convinzione che si possa lavorare con successo in questa direzione e forse il momento che stiamo vivendo può essere un'opportunità per fare cambiamenti che in momenti storici passati non è stato possibile realizzare.

Questo attraverso un confronto aperto che non riproponga vecchi schemi attraverso i quali si tende a non modificare lo "status quo".

Non serve a nessuno e finirà per trascinare tutti a fondo.

 

Ne vogliamo parlare di Ferdinando Mario Balzano

Rubrica di approfondimento in materia di: Pubblica Amministrazione, Sindacato, Economia e Costume.
Con l'intento di mettere a confronto in una ideale "agorà
" opinioni ed esperienze. 


Biografia:
Laureato in Giurisprudenza
Ha frequentato vari corsi di specializzazioni, tra cui quello biennale di "Specializzazione in Diritto Comunitario" – riconosciuto dalla U.E.
Ha lavorato per 40 anni in INAIL dove è stato assunto nella carriera direttiva, che ha interamente percorso fino a diventare Dirigente Generale dell'Istituto.
Ha svolto anche importanti incarichi sindacali sia all'interno dell'Istituto che nella Federazione di categoria.
Ha culminato la sua vita lavorativa come Direttore Regionale dell'Abruzzo, ruolo che ha ricoperto per 6 anni.
In precedenza ha ricoperto il ruolo di Capo dell'Ufficio Entrate e Vigilanza e in tale veste ha curato la "Cartolarizzazione dei crediti INAIL"- la prima fatta da una Pubblica Amministrazione.
In rappresentanza dell'INAIL è stato membro della Commissione per i ricorsi in Agricoltura, istituita presso l'INPS.
Con l'INPS e l'Amministrazione Finanziaria ha curato per un quinquennio tutte le riforme intervenute in materia di "Entrate".
Sempre come rappresentante dell'INAIL e in collaborazione con il Ministero del Lavoro, INPS e Amministrazione Finanziaria, ha progettato le nuove forme di Vigilanza integrata attualmente in vigore.
In pensione dal dicembre 2010.



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