''Nell'emedamento ricostruzione troppi nuovi assunti nelle Strutture di supporto''

09 Luglio 2012   17:22  

Riceviamo e publichiamo una analisi critica dell'emedamento unico sulla ricostruzione di Antonio Perrotti dell'Associazione Terrepubbliche : 

''In merito al DDL (Emendamento unico) bisogna dire subito che:

1) Va bene la dichiarazione della fine dello stato di emergenza entro il 31.8.2012. Conseguentemente cessa entro il 15.9.2012 il Commissario che entro tale data è tenuto a fornire un consuntivo economico/situazionale;

2) Appare buona (ancorché illegittimamente limitata al comune di L’Aquila ?), la risposta data per le seconde case limitandola alla parte strutturale e comune dell’edificio o dell’aggregato;

3) Buona anche la risoluzione del problema del rimborso al 100 % per gli eredi in caso di morte. Ottima è l’esclusione dal contributo di quelle unità immobiliari abusive che si sarebbe dovuto demolire. 

Pilatesca invece appare la soluzione delineata per il Piano di Ricostruzione (giustamente !) sottoposto al parere della Provincia per una efficacia urbanistica e che, forse, andava circoscritto ai casi o comparti di ristrutturazione urbanistica.

Non appaiono, ancora una volta opportune tutte quelle norme che tendono a dettare tempi e scadenze perentorie con impraticabili poteri sostitutivi alle evanescenti amministrazioni comunali come quella per i Consorzi o quella per l’occupazione temporanea degli immobili.

Sembrano invece eccessivamente pesanti e costose le Strutture di supporto delineate e il numero delle unità di persone da assumere a tempo indeterminato:

- 200 per i Comuni (128 AQ + 72 per i piccoli Comuni);- 100 di competenza del Ministero delle infrastrutture (50  per i due Uffici di coordinamento ,40 per le Province e 10 per la Regione);- 2 Coordinatori da 200.000 euro l’uno;

Il tutto per circa 12 Ml di euro l’anno. Siamo di fronte ad una implementazione ordinaria degli organici ai vari livelli che potrebbe diventare insostenibile e che per alcuni Enti  appare sicuramente sovrastimata.

Infatti data una certezza ai finanziamenti,con la fine dell’emergenza  gli interlocutori veri dovrebbero diventare i tecnici dei privati e degli aggregati che dovrebbero trovare una istruttoria contestuale in uno Sportello unico di coordinamento in cui siano compresenti competenze geosismiche, strutturali, urbanistico/edilizie, ambientali e storico/culturali e, quindi, finanziarie; mentre ai comuni dovrebbe rimanere un compito di consulenza ,di indirizzo e di raccolta delle istanze. 
Da tali elementari considerazioni deriva che per le 9 aree potrebbero bastare (3x9) 27 tecnici con forse un incremento di 5 tecnici in più per il comune di L’Aquila arrivando a 32.
Di conseguenza lo stesso Ufficio di coordinamento e verifica potrebbe avere almeno 40 unità tra ingegneri, architetti e esperti contabili, mentre, una Conferenza di Servizio permanente potrebbe pronunciarsi sulle proposte più complesse e sulle ristrutturazioni urbanistiche che vanno in variante agli strumenti urbanistici vigenti. 
In tal senso quelli che vanno potenziati sono, quindi, i Servizi che ordinariamente svolgono tali compiti come la Provincia (con quella di L’Aquila interessata dal 90 % del Cratere !) per gli aspetti geosismici e urbanistici, la Regione per le Valutazioni ambientali e la Sovrintendenza per quelle architettonico/culturali.
Va sottolineato che la Regione è chiamata a fare un Progetto strategico per il Cratere con Piano Pluriennale e criteri di priorità per le richieste di finanziamento e che in tal senso deve essere opportunamente potenziata.
Di fatto una implementazione, sulle tre competenze, di 30/40 unità altamente qualificate sarebbe più che sufficiente. Un tale attrezzamento rimarrebbe praticabile e necessario nel tempo con un’economia di circa  il 60 % per quasi  7 Ml l’anno.''


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