Nell'immondizia a Natale 1,5 miliardi euro di cibo sprecato

29 Dicembre 2010   07:34  

A poposito di crisi economica, di bilanci regionali lacrime e sangue, di fondi che vengono elemosinati per la ricostruzione, di croniche emergenze rifuiti. A proposito del sud del mondo e dei paesi poveri flagellati dalla povertà, dei terremotati di Haiti che in migliaia muoiono di colera nella sostanziale indifferenza anche di altre popolazioni terremotate, meltre gli strapagati funzionari delle ong e e delle  sedicenti crociate del bene si pappano una ricca fetta delle poche risorse della solidarietà...

Tra pranzi e cenoni gettati le famiglie italiane gettano 500mila tonnellate di cibo


"A Natale tra pranzi e cenoni si butterà nella spazzatura cibo per più di 1,5 miliardi di euro, quasi 80 euro a famiglia". Nello specifico, "finiranno tra i rifiuti 500 mila tonnellate di alimenti, pari al 30% delle spese delle famiglie italiane". È quanto rileva un'indagine della Cia- Confederazione italiana agricoltori, che mette in evidenza "uno spreco di risorse e un danno rilevante per l'ambiente (una sola tonnellata di rifiuti alimentari genera 4,2 tonnellate di anidride carbonica)".
Ogni anno, segnala la Cia, "si gettano nei rifiuti 25 milioni di tonnellate di alimenti consumabili, una cifra che corrisponde alla metà delle importazioni alimentari dell'intera Africa". Circa 18 milioni di tonnellate vengono buttate da case private, negozi, ristoranti, hotel e aziende alimentari.

Il resto "viene distrutto nel percorso tra le fattorie o i campi e i negozi". E questo, denuncia l'organizzazione, "ci costa circa 37 miliardi di euro (il 3%del Pil), senza contare lo spreco di risorse e i danni all'ambiente". E a questi dati "vanno aggiunte le tonnellate di cibo che scade, che non raggiunge le nostre tavole, che viene gettato via da negozi, mense e ristoranti e che rimane nei campi senza neanche essere raccolto".

Nella speciale classifica degli sprechi a tavola in testa ci sono latticini, uova, carni (39%) seguiti da pane (19%), frutta e verdura (17%). Nella pattumiera anche pasta (4%) e dolciumi (2-3%). Ma gli sprechi non sono un'esclusiva natalizia: infatti, ricorda la Cia, "in un anno ogni famiglia butta 515 euro in alimenti che non consumerà, sprecando circa il 10% della spesa mensile". Una cifra "assurda" che "fotografa un fenomeno in espansione che neanche la difficile congiuntura è riuscita a frenare".

E se la crisi scoraggia gli italiani e li spinge a ridurre le spese per i regali delle feste, non si può dire lo stesso della tavola natalizia.
Così, "per il cenone della vigilia e per il pranzo di Natale si spenderanno, in alimenti, 3,5 miliardi di euro". Più in dettaglio, si spenderà "poco più di 230 euro a famiglia, con un aumento dell'1,2% rispetto al 2009". Gli acquisti, stima l'associazione agricola, "saranno più oculati", ma carni, prosciutti, salumi e vini batteranno gli articoli da vestiario, per i quali forse si attendono i saldi invernali". Ad ogni modo "non ci saranno spese folli", il che vuol dire che prodotti come salmone, ostriche, caviale e frutta esotica sulle tavole degli italiani arriveranno con il contagocce.

Dall'indagine della Cia emerge che gli italiani, "sempre più attenti ai conti, proprio a causa di una precaria situazione economica, indirizzeranno i loro acquisti verso prodotti enogastronomici più abbordabili". Nei carrelli della spesa prima e sulla tavola poi finiranno quindi carni e insaccati (18,5% del totale), pesce (11,8%), pane e cerali (14,6%), latte, formaggi e uova (13,1%), frutta e ortaggi (15,2%), vini e spumanti (14,2%), dolci (12,6%). Una buona performance dovrebbe essere registrata dai vini, in particolare quelli rossi: si dovrebbero stappare, infatti, circa 80 milioni di bottiglie, il 95% di produzione italiana, con una crescita dell'1,2% nei confronti dello scorso anno". Stesso discorso per gli spumanti, che dovrebbero registrare un aumento negli acquisti tra l'1,5 e il 2%. Quali canali di distribuzione preferiscono gli italiani? Le oltre 23 milioni di famiglie italiane si rivolgeranno in prevalenza alla grande distribuzione commerciale (56%), seguita dai negozi tradizionali (24%), dai mercatini locali (18%), e da internet (2%).


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore