Nuova piattaforma petrolifera a largo dell'Abruzzo, l'Idv contro Chiodi

Paolini: "Silenzio del governatore condanna nostro mare"

14 Aprile 2011   07:32  

"Le buone (almeno a parole) intenzioni di Chiodi e della sua maggioranza ormai lastricano le porte dell'inferno petrolifero abruzzese ma nei fatti contrastano con un dato indiscutibile: il Governo Berlusconi sta attuando e pianificando cinicamente per i prossimi trent’anni lo sfruttamento e la devastazione di un eco-sistema delicatissimo come quello del mare Adriatico". E' quanto dichiara Lucrezio Paolini, consigliere regionale IdV, che aggiunge: "E’ bene ricordare che la proposta di legge al Parlamento – approvata dal Consiglio regionale su proposta dell’Italia dei Valori – con la quale si vieta la ricerca e l’estrazione di idrocarburi liquidi nel mare Adriatico, è ancora ferma alle Camere (Atto Camera n. 3842) da ormai sei mesi.

I deputati di centrodestra, - ricorda - troppo assorti nelle questioni del processo breve e del bunga bunga, non hanno sentito neanche il dovere di prenderla in esame. E inoltre Berlusconi, per nulla consapevole dei danni che si stanno determinando in maniera irreversibile al turismo, alla pesca e all’ambiente, in definitiva all’economia vera regionale, sta anche facendo preparare una legge che toglie definitivamente a regioni, province e comuni ogni residuo potere di indirizzo e programmazione dei propri territori.

A Chiodi diciamo che non può sottrarsi dalle sue responsabilità e neanche può avere la classica botte piena e la moglie ubriaca!

Il Governatore abruzzese a chiacchiere dichiara il nostro mare e il nostro territorio zona franca da ricerche petrolifere - prosegue il Consigliere dell’IdV - mentre nei fatti è completamente succube e prono a ogni decisione concreta che va in senso contrario.

Da Chiodi vogliamo sapere per quale motivo, avendo lui, tra l’altro, votato la proposta di legge dell’IdV, non sente il dovere di alzare la voce e impedire questo ennesimo tentativo di scempio delle nostre coste e perché non sia stata data un’informativa ampia e tempestiva alla popolazione abruzzese.

La verità incontestabile – conclude Paolini - è che la filiera di governo del centrodestra (dal livello nazionale a quello locale) non ha la forza e nemmeno intende opporsi ai voleri della potentissima industria petrolifera, che affonda gli artigli sul petrolio abruzzese e delle coste adriatiche mossa soltanto dalla prospettiva di facili profitti, per di più agevolata dallo Stato con finanziamenti pubblici della Cip6 fino al 40 per cento".


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