Oasi marina Torre di Cerrano: 4 indagati per frode

13 Agosto 2010   11:02  

Quando qualcosa sembra andare per il verso giusto c'è sempre qualcuno che distrugge tutto in nome del dio denaro.

Due imprenditori- un abruzzese ed un veneto - e due funzionari della Provincia di Teramo sono stati denunciati per frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico del pubblico ufficiale in atto pubblico, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

La triste storia riguarda la splendida area marina della Torre di Cerrano a Pineto. L'istituzione dell'Oasi Marina protetta per la protezione e lo sviluppo delle risorse acquatiche dei comuni di Pineto e Silvi ha fatto gola a degli sciacalli.

La realizzazione dell'Oasi era stata finanziata con fondi erogati dalla Regione Abruzzo, ma di provenienza comunitaria, per un importo totale di euro 340mila euro. Il progetto consisteva nell'installazione- su una superficie di circa 4 milioni di metri distante circa 3 miglia dalla costa di Pineto e Silvi Marina - di sistemi antistrascico e ripopolamento ittico. In particolare, dovevano essere posizionate sui fondali 24 strutture di tipo piramidale conica utilizzando 240 massi artificiali antistrascico di e 289 massi artificiali di massi naturali.

All'individuazione ed alla denuncia dei quattro si e' arrivati dopo tre anni di indagini fiscali condotte dalla guardia di finanza di Teramo ed a seguito delle ispezioni subacquee nell'oasi marina protetta Torre del Cerrano a largo delle coste di Pineto e Silvi ad opera della guardia costiera di Giulianova e dei sommozzatori di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). I dettagli dell'operazione sono stati presentati alla presenza del procuratore capo della repubblica Teramo Gabriele Ferretti.

La gara per la realizzazione dell'opera, bandita dalla Provincia di Teramo, era stata aggiudicata nel 2004 ad una societa' con sede a Chioggia (Veneto) che ha subappaltato ad una ditta abruzzese che ha, a sua volta, affidato la fornitura dei materiali a cinque ditte pugliesi e a due abruzzesi che pero' non avrebbero potuto svolgere questo tipo di attivita'. Nell'ottobre 2007, all'atto dell'accertamento sul ripopolamento ittico, si era scoperto che, sul fondale marino, il quantitativo di materiali depositati era effettivamente di molto inferiore a quello commissionato e pagato dalla Regione Abruzzo. A giugno 2008 la guardia costiera inizio' a scandagliare il fondale per documentare i lavori e a ottobre 2009 sono scattate le indagini delle fiamme gialle, accertando l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per varie decine di migliaia di euro, emesse dalle societa' pugliesi, attestanti acquisti da parte della ditta abruzzese di tonnellate di massi che, come successivamente accertato, non sono mai stati depositati sui fondali dello specchio di mare interessato; inoltre, alla Regione Abruzzo, da parte di due funzionari della Provincia di Teramo, era stato presentato materiale fotografico attestante la corretta esecuzione dei lavori, completamente inidoneo mentre, i due funzionari, avrebbero redatto verbali attestanti falsamente la regolarita' nell'esecuzione dei lavori, motivo per il quale, gli stessi dovranno rispondere anche del reato di falso ideologico del pubblico ufficiale in atto pubblico

 


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