Omicidio Fadani, preso il terzo rom

Rabbia ai funerali della vittima

14 Novembre 2009   23:47  

Il fratello dell'imprenditore si è rivolto direttamente agli assassini: "Vergognatevi"
"Non lasciateci soli, fate giustizia", è l'appello della comunità alle istituzioni

Il latitante si nascondeva in un appartamento nel centro di Alba Adriatica. Ha cercato di fuggire dalla finestra

di GIUSEPPE CAPORALE e GIULIA BELARDELLI

 

Nel giorno del funerale di Emanuele Fadani, l'imprenditore ucciso da tre rom ad Alba Adriatica, è stato arrestato dai carabinieri il terzo uomo ricercato per l'omicidio. Si tratta di Elvis Levokovic, 21 anni, fermato a poca distanza dal luogo del delitto. L'uomo era stato individuato prima della fine delle esequie, ma le forze dell'ordine hanno deciso di procedere con l'arresto solo in un secondo momento per evitare reazioni da parte della popolazione.

La polizia lo ha sorpreso in una palazzina nel centro cittadino di Alba, che era già stata perquisita nei giorni scorsi. Il giovane rom, latitante da martedì notte, era nascosto in un appartamento disabitato in Via Falò, adiacente a quello affittato dai suoi genitori.

Alla vista dei carabinieri, Levokovic avrebbe tentato di fuggire da una finestra al secondo piano dello stabile, ma è stato bloccato in tempo tra un balcone e l'altro. Gli agenti hanno riferito che aveva un sorriso sul volto, quando gli hanno messo le manette ai polsi. L'uomo è stato portato al carcere di Castrogno, dopo una breve tappa al comando dei carabinieri di Martinsicuro per un primo interrogatorio. Sotto la caserma si è radunata una folla di persone: alcuni hanno applaudito l'operato dei carabinieri, altri hanno chiesto più sicurezza e maggiori controlli. In molti hanno lanciato grida di accusa nei confronti del presunto aggressore, chiamandolo "assassino". Secondo le testimonianze degli altri due fermati, Danilo Levokovich (cugino di Elvis) e Sante Spinelli, sarebbe stato proprio lui, infatti, ad aver inferto alla vittima il colpo mortale, probabilmente un calcio in piena testa.

Il funerale. Intanto si sono svolti oggi nella piazza centrale di Alba i funerali di Emanuele Fadani, ucciso a calci e pugni dai tre giovani ubriachi durante una rissa scoppiata davanti a un bar. Ignari dell'arresto che stava per avvenire, quasi tremila cittadini sono accorsi per salutare Emanuele, con magliette e striscioni colorati con su scritto il suo nome. Ancora non sapevano che il latitante era stato individuato proprio lì, a poca distanza da loro. Nella piazza molta rabbia, ma anche altrettanta compostezza e nessun disordine. Il timore che durante le esequie potessero scoppiare incidenti e tensioni ha lasciato il posto alla commozione e alla voglia di giustizia, in una piazza che si è stretta attorno alla famiglia della vittima, ascoltando con il fiato sospeso il discorso del fratello di Emanuele, Fabrizio Fadani.

"In noi non ci sarà mai resa e perdono", ha detto Fabrizio Fadani alle circa 3000 persone riunite per dare l'ultimo saluto a suo fratello Emanuele. "Ai rom dico: se avete un briciolo di umanità, cambiate. Agli assassini di mio fratello dico: vergognatevi". Poi sono arrivati gli applausi, sempre più forti, seguiti da un volo di palloncini colorati lasciati liberi verso il cielo.

"Questa morte poteva essere evitata - ha proseguito - Lo dico alle forze dell'ordine: adesso tocca a voi fermare questa violenza e impedire almeno che mia nipote Giorgia domani non debba incontrare per strada gli assassini di suo padre". Poi l'appello allo Stato: "Non lasciateci soli. Che lo Stato non se ne vada adesso, quando si spegneranno i riflettori su di noi. Non uccidete due volte mio fratello, fateci vivere nella legalità".

Alle parole del fratello della vittima ha fatto seguito l'invito del vescovo di Teramo, Monsignor Michele Seccia, a non spettacolarizzare l'evento e a "non cadere nella tentazione della vendetta". "Condivido in pieno - ha detto Seccia - ma dobbiamo cercare il bene, dobbiamo cercarlo insieme".

Il momento più toccante della cerimonia è stato il saluto che la moglie e la figlia di Fadani hanno rivolto alla salma, diretta verso il cimitero di Roseto degli Abruzzi. Un semplice "ciao papà" e un orsacchiotto di peluche appoggiato sulla bara.

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