Omicidio Rea: Salvatore si sfoga: "Sono un uomo distrutto, i miei sbagli non c'entrano"

13 Maggio 2011   21:36  

Dopo un ultimo esame autoptico stamane a Teramo, il corpo di Carmela Melania Rea è stato restituito alla famiglia, 25 giorni dopo la scomparsa della ventinovenne di Somma Vesuviana ad Ascoli Piceno e 23 giorni dopo il ritrovamento del cadavere trafitto da una trentina di coltellate nel Bosco delle Casermette nel Teramano.

Un esame chiesto dai pm di Ascoli che coordinano l'inchiesta per approfondire alcuni elementi emersi dopo l'autopsia del 21 aprile. Tra i quesiti posti dai magistrati uno riguarda le ferite inferte post mortem (circa nove, tra cui un taglio a forma di svastica su una coscia) sul corpo.

Ma sono stati chiesti anche ulteriori dettagli sulle modalità e sui tempi dell'aggressione alla giovane donna (che potrebbe essere stata tramortita prima di essere accoltellata), oltre che sul tipo di arma adoperata. I risultati si sapranno nei prossimi giorni.

Oggi a Teramo sono arrivati il medico legale Adriano Tagliabracci, il pm di Ascoli Umberto Monti,alcuni investigatori dei carabinieri e due ufficiali del Ris. L'inchiesta sembra giunta ad un momento di riflessione, anche se si lavora assiduamente su vari fronti: oggi i carabinieri hanno sentito persone non legate al 235/0 Rav Piceno, dove il marito Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dell'esercito, addestra le soldatesse, soprattutto amici e conoscenti della coppia.

Non però Raffaele Paciolla, l'amico che ha partecipato alle ricerche sul Colle San Marco e le cui dichiarazioni sono state a volte in contrasto con quelle del marito. L' attenzione continua a rimanere puntata sul sottufficiale, sulle sue eventuali relazioni extraconiugali, su alcuni aspetti che non tornano nella ricostruzione delle ore precedenti e successive alla scomparsa.

Ci sono elementi suggestivi come l' anello di fidanzamento di Melania, trovato a poca distanza dal cadavere, forse schizzato via durante l' aggressione. O forse lanciato dalla stessa donna contro il suo interlocutore in un violento litigio.

Altri elementi potrebbero avere un peso maggiore, come la conoscenza mostrata da Salvatore sulla posizione del cadavere nella pineta, dove però l'uomo non era voluto andare.

Parolisi aveva detto di avere visto delle foto scattate con il cellulare da Paciolla, che però nega e ha messo a disposizione degli investigatori i suoi due telefonini. Un aspetto che potrebbe essere giustificabile con lo stress e la disperazione dopo la scoperta del corpo martoriato.

Potrebbe non essere rilevante il telefonino di Melania, "muto" dalle 19 del giorno della scomparsa il 18 aprile e poi di nuovo attivo la mattina del 20 aprile, qualche ora prima della scoperta del cadavere.

La donna potrebbe essere stata uccisa altrove e poi portata nel Bosco delle Casermette. Ma gli inquirenti fanno notare che la zona ha una pessima copertura di rete e che lì i cellullari funzionano a tratti, anche se si rimane fermi nello stesso posto.

Assediato da troupe e giornalisti, con tutta la sua vita messa in piazza nei particolari più intimi e delicati, Salvatore Parolisi - che rimane persona informata sui fatti e parte offesa, sempre sostenuto dai familiari della moglie - questa sera dalla trasmissione televisiva Quarto Grado lancerà un grido di dolore: "sono una persona distrutta, ma i miei errori non c'entrano con quello che è successo a Melania.

Dovete portarmi chi è stato". Melania sta tornando a casa accompagnata dal fratello Michele e da uno zio. I funerali si terranno all'inizio della settimana, nella stessa chiesa di Somma Vesuviana dove si era sposata tre anni fa.

Un ritorno straziante, che però restituisce alla giovane donna la sua identità di persona: una moglie, una figlia, una sorella, una mamma, non solo un corpo in pasto alla curiosità del pubblico.

La comunità di Somma Vesuviana si stringe attorno alla famiglia ed esclude che Salvatore sia coinvolto. "Melania - dicono le amiche - viveva per lui e per la bambina".


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