Omicidio Rea, il dossier della criminologa Carlini: "Movente determinato da narcisismo Parolisi"

10 Febbraio 2012   09:32  

A poco più di due settimane dall'inizio del processo a carico di Salvatore Parolisi, i Rea hanno voluto incontrare l'avvocato Mauro Gionni, il legale che difende gli interessi dei familiari di Melania, la donna uccisa lo scorso 18 aprile nel Bosco delle Casermette di Ripe di Civitella. Il papà Gennaro, il fratello Michele e lo zio Gennaro hanno voluto mettere a punto insieme con il loro avvocato quella che sarà la strategia processuale. E' stata anche l'occasione per incontrare la criminologa anconetana Margherita Carlini che i Rea hanno nominato come consulente di parte e che ha redatto una memoria che ieri è stata depositata alla cancelleria del Gip di Teramo che a breve, presumibilmente domani, dovrebbe esprimersi sulla richiesta di poter accedere al rito abbreviato condizionato avanzato dai difensori di Salvatore Parolisi, imputato per l'omicidio della moglie.

"Abbiamo provveduto – spiega la dottoressa Margherita Carlini – a contestualizzare l'omicidio di Melania che è riconducibile a quella tipologia che viene definita omicidio di prossimità, ovvero accaduto all'interno dell'ambito familiare". Ma l'attività della criminologa non si è limitata solamente a questo. "Abbiamo preso in esame il carattere di Melania e quello di Salvatore – spiega – sebbene non sia stato possibile tracciare un profilo psicologico del caporalmaggiore, in quanto sarebbero stati necessari degli incontri che evidentemente non è stato possibile effettuare. Ed è emersa, analizzando i suoi comportamenti e valutando tutte le notizie in nostro possesso, la personalità narcisistica di Parolisi".

Una personalità, questa, che determinerebbe il movente dell'omicidio.

"Personalità come quella riscontrata in Salvatore – continua la criminologa – non tollerano la perdita di controllo su altre persone. Per questo riteniamo che sarebbe bastato che Melania, stufa dei continui tradimenti del marito, avesse espresso a Salvatore la volontà i lasciarlo, oppure, altra ipotesi, che la sua amante Ludovica avesse detto a Salvatore, come è effettivamente accaduto, che se non avesse lasciato la moglie la loro storia sarebbe terminata, per far scattare il meccanismo psicologico che ha portato all'omicidio".

Tutte queste considerazioni, e non solo queste, sono contenute nella relazione che ieri mattina è stata depositata in tribunale.

"Abbiamo depositato questa consulenza – ha spiegato l'avvocato Gionni – nella possibile previsione dell'accettazione del rito abbreviato. Così facendo abbiamo voluto anche noi fornire al giudice ulteriori elementi per avere un quadro più completo della situazione". Il legale ascolano, poi, ha condito con un po' di polemica la decisione dei difensori di Parolisi di chiedere il processo breve per il loro assistito.

"Seppur nel rispetto del codice – dice Gionni – stento a capire la richiesta avanzata da Biscotti e Gentile. Gli avvocati di Parolisi sin dall'inizio avevano sempre sottolineato la volontà di andare a dibattimento davanti ad un giudice che avrebbe valutato nei dovuti modi tutte le prove anche quelle in loro possesso che avrebbero dimostrato l'imnnocenza di Parolisi. Adesso, però, chiedono il processo breve rinunciando di fatto al dibattimento e alla possibilità di portare nuove prove a processo".

La famiglia Parolisi, intanto, aspetta che il prossimo 27 febbraio inizi il procedimento penale nei confronti del caporalmaggiore.

"Vogliamo sapere da Salvatore tutta la verità – sostiene il fratello di Melania, Michele Rea – solo lui può dirci come sono andate realmente le cose quel tragico giorno di aprile. Purtroppo mia sorella Melania non può più farlo, ma noi abbiamo il diritto di conoscere la verità".

 

da corriereadriatico

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