Omicidio Rea: le tante incongruenze di Parolisi. La relazione con Ludovica il possibile movente

19 Luglio 2011   10:42  

Per i magistrati ascolani un ruolo importante nell'omicidio di Melania Rea l'ha avuto la relazione fra Salvatore Parolisi e Ludovica P., la soldatessa conosciuta nel 235 Rav Piceno durante un corso di addestramento e della quale il caporalmaggiore era diventato amante.

Molto importanti i messaggi scambiati su Facebook da Salvatore attraverso con l'avatar 'Vecio alpino', precipitosamente cancellato il 19 aprile, all'indomani della 'scomparsa' della moglie. Messaggi che sono stati recuperati grazie a una rogatoria internazionale e dai quali si percepirebbe la pressione che Ludovica faceva su Salvatore affinché lasciasse sua moglie per dedicarsi esclusivamente a lei.

Dalla ricostruzione fatta dai magistrati ascolani, condivisa dal gip Carlo Calvaresi che ha accolto la loro richiesta d'arresto emerge anche che il 23 aprile, a Pasqua, Salvatore Parolisi doveva recarsi a Roma per conoscere i genitori di Ludovica P., che nel frattempo gli avevano già prenotato una stanza d'albergo.

Quel giorno Parolisi si sarebbe dovuto presentare dall'amante già con la notizia che aveva lasciato la moglie. Nell'ordinanza del gip vengono evidenziati anche i comportamenti tenuti da Parolisi dopo aver denunciato la scomparsa della moglie

Il gip del Tribunale di Ascoli Carlo Calvaresi, alle 88 pagine della richiesta di arresto per Salvatore Parolisi fatta dal pm Umberto Monti e dai colleghi della Procura di Ascoli, ha aggiunto un altro paio di pagine con considerazioni personali sulla possibile dinamica dell'assassinio della giovane mamma di Somma Vesuviana.

Allegate all'ordinanza anche le foto e le ricostruzioni corredate con tanto di didascalia fatte dai magistrati di Ascoli (erano a colori originariamente, sono in bianco e nero quelle nell'ordinanza) che testimoniano il percorso che Parolisi e la moglie avrebbero compiuto il 18 aprile, giorno della gita da Folignano a San Marco.

Nell'ordinanza sono allegate anche le foto scattate dai ragazzi dell'istituto tecnico per geometri di Ascoli che il pomeriggio del 18 aprile erano anche loro al pianoro.

Nelle istantanee scattate con i telefonini, non si vedono mai Salvatore, Melania e la piccola Vittoria, che il papà dice di aver fatto dondolare sulle altalene nell'attesa che la moglie tornasse dopo essersi allontanata per un bisogno fisiologico. Grande importanza in particolare viene data alle testimonianze delle persone sentite dai carabinieri durante questi tre mesi di indagini.
Un paio almeno vengono ritenute assolutamente decisive per affermare che Melania non è mai stata il 18 aprile scorso a Colle San Marco e che Salvatore e la bambina vi sono giunti molto dopo rispetto all'orario indicato dal caporalmaggiore.

Tra i comportamenti sospetti che per la magistratura ascolana testimoniano che Parolisi ha ucciso la moglie Melania, anche la vicenda del riconoscimento del luogo dove la donna venne ritrovata il 20 aprile scorso.

Parolisi, nelle occasioni in cui è stato sentito dai carabinieri e dal pm di Ascoli Umberto Monti, disse di aver riconosciuto il Bosco delle Casermette a Ripe di Civitella da alcune foto viste sul telefonino di Raffaele Paciolla, agente di polizia penitenziaria in servizio al carcere di Ascoli, che risiede nello stesso stabile di Folignano dove abitavano anche Salvatore e Melania con la loro bambina. Fotografie che Paciolla non ha mai scattato, come testimoniato dall'approfondito esame dei telefonini che spontaneamente Paciolla consegnò ai carabinieri di Ascoli.
Parolisi si è poi corretto affermando di essersi confuso con le foto viste sui giornali che lo stesso Paciolla andò a comprare per lui il 21 aprile, all'indomani del ritrovamento del cadavere di Melania.


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