Omicidio Rea, nuova perizia sull'ora del delitto
Cresce l’attesa per la decisione che il Gip di Teramo potrebbe prendere nelle prossime ore sulla richiesta di giudizio immediato nei confronti di Salvatore Parolisi. Intanto gli avvocati del caporalmaggiore, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, intendono giocarsi tutte le carte a loro disposizione per cercare di dimostrare l'innocenza del loro assistito accusato dell'omicidio di sua moglie Melania.
A questo punto a Biscotti e Gentile puntano che dimostrare che l'ora del delitto, le 14.50 del 18 aprile, stabilita dal professor Adriano Tagliabracci dopo aver svolto due ricognizioni cadaveriche sul corpo di Melania non sia quella ma che l'omicidio sia avvenuto più tardi.
Il pool difensivo di Parolisi, con l'aiuto dei propri consulenti di parte, già in sede di Riesame aveva contestato i metodi per la determinazione dell'ora della morte della giovane donna ed ora tornano alla carica. Basterebbe che un consulente tecnico attraverso dei test specifici giungesse a stabilire che l'uccisione sia avvenuta qualche minuto più tardi che il castello accusatorio costruito in questi ultimi mesi dalla Procura di Teramo verrebbe minato alle sue fondamenta.
Tra le 14,50, ora presunta della morte, e le 15,26, momento in cui per la prima volta viene accertata la presenza di Parolisi sul Colle San Marco, trascorrono 36 minuti. Un tempo sufficiente, per l'accusa, per il caporalmaggiore di raggiungere il Pianoro dal Bosco delle Casermette, luogo dove Melania è stata accoltellata. Biscotti e Gentile, dunque, sono decisi a chiedere una perizia al tribunale di Teramo.
Sarebbero tre gli elementi su cui si potrebbe basare l'istanza dei difensori di Parolisi di una perizia. Innanzi tutto il contestato metodo di rilevamento della temperatura corporea adottato dal medico legale, la dottoressa Canestrari, che per prima ispezionò il cadavere sul luogo del delitto. Non venne usato un termometro rettale ma si basò su un metodo empirico attraverso la rilevazione al tatto.
